
"Allacciate le cinture": il viaggio di ritorno di "Io Capitano" in Senegal è diventato un documentario

03/13/2025 02:14 PM
Il viaggio di ritorno del film “Io Capitano” nei luoghi dove ha avuto origine la storia è diventato un documentario dal titolo “Allacciate le cinture”. Disponibile su RaiPlay dal 19 marzo, anticipa la messa in onda del film di Matteo Garrone, candidato all'Oscar, prevista per il 26 marzo in prima serata su Rai Uno.
Diretto da Tommaso Merighi e realizzato dalla Fondazione Cinemovel in collaborazione con Rai Cinema e la Fondazione Lam per le arti contemporanee, Allacciate le cinture segue la proiezione itinerante del film in villaggi e scuole del Senegal. Il documentario cattura l'incontro tra il film e il pubblico locale: accompagnati dagli attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, insieme al mediatore culturale Mamadou Kouassi, gli spettatori vivono il cinema come un potente strumento di dialogo e confronto.
Cinemovel nasce nel 2001 come progetto pilota in Mozambico, ispirato da un'esperienza vissuta nel 1997 in Madagascar da Elisabetta Antognoni e Nello Ferrieri, fondatori della Fondazione. Il nome deriva dal portoghese Cinema Móvel, e identifica la missione della fondazione: portare il cinema nelle comunità più isolate, trasformandolo in un mezzo di incontro, educazione e consapevolezza sociale. Dalla sua prima esperienza in Africa, Cinemovel ha proseguito il suo viaggio attraverso numerosi paesi, utilizzando la magia del cinema come strumento di sensibilizzazione su tematiche cruciali, come la lotta contro l'AIDS, e favorendo momenti di aggregazione nei mercati, nelle scuole e negli ospedali.
Nell'aprile del 2024 Cinemovel è tornata in Senegal, lì dove Io Capitano ha le sue radici, per raccontare non solo l'esperienza del cinema itinerante nei villaggi, ma anche l'impatto che il cinema può avere sulle comunità. "Il regista Tommaso Merighi ha colto nel segno. In pochi minuti entriamo nel vivo del cinema itinerante", afferma Elisabetta Antognoni, presidente e cofondatrice della Fondazione Cinemovel, che ha curato l'organizzazione delle proiezioni e dei dibattiti. Il documentario non è solo un dietro le quinte delle proiezioni, ma un vero e proprio racconto del potere del cinema come veicolo di trasformazione e consapevolezza. "Poter girare questo film è stato un meraviglioso tuffo in acque inesplorate" aggiunge Merighi. "La nostra regola è stata quella di non aspettarci nulla, di essere pronti e accogliere qualsiasi istanza perché potesse essere elaborata, ma non maneggiata, perché venisse ascoltata nella sua originalità”.
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