Attenti agli imprenditori illuminati sui social: prima o poi qualcuno pagherà il conto

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di Francesco Tornaboni

In origine, i social network servivano a riconnettere le persone. Poi sono diventati palcoscenici per vendere: se stessi o un prodotto, poco importa. LinkedIn ha fatto il passo successivo: in un mondo del lavoro dove diritti, tutele e stipendi si assottigliano, è diventata la piattaforma su cui fingere di fare il lavoro ideale.

Non importa se guadagni molto meno dei tuoi genitori, cambi lavoro ogni due anni per strappare un 10% in più, la casa di proprietà resta un miraggio e lavori 10 ore al giorno (ma te ne pagano 8). Su LinkedIn dirai che sei un “manager”, uno “specialist”, un “expert”, un “evangelist”. La tua mansione diventerà una “job description” (perché in inglese suona meglio) e nessuno capirà davvero cosa fai. Ogni mese scriverai almeno un post su quanto sia “figo” il tuo posto di lavoro, per far contento il capo e ingelosire gli ex compagni di scuola, lascerai qualche commento acido sui post degli ex colleghi e, cosa più importante, scriverai il tuo pezzo sul tema del giorno con il giusto equilibrio tra entusiasmo e allarmismo: "Quanto è figa l’AI, ma quanto è pericolosa", "Sì, ok lo smart working, ma vuoi mettere due ore di coda al giorno e otto ore in ufficio?", "Ah, i giovani d'oggi…".

Alla fine del mese, LinkedIn ti informerà che il tuo post ha raggiunto molte persone, i visitatori del tuo profilo aumentano e il tuo capo ti ha fatto i complimenti. Ma di uno stipendio decente ancora niente. Tra qualche mese inizierai quindi a cercare un nuovo lavoro, il tuo stipendio aumenterà di un risicato 10%, la job description sarà ancora piùincomprensibile e via così. Intanto, il tuo vecchio posto è stato preso da una copia più giovane di te, che guadagna il 30% in meno di quanto prendevi tu, esattamente come tu guadagnavi il 30% in meno di chi c’era prima di te. Tutti però hanno un +10% rispetto a prima e anche questo mese potranno scrivere i loro tre post motivazionali su LinkedIn.

E dall'altra parte?

Dall'altra parte ci sono gli imprenditori "illuminati", con profili LinkedIn grondanti post motivazionali e autocelebrativi: paesaggi ispiratori, tigri, leoni, monaci buddisti, robot e riunioni dove tutti sorridono. Grafici (finti) con guadagni da capogiro e post pieni di elenchi, perché gli elenchi sono facili. Elogi al lavoro di squadra, aziende che credono nel “lifetime balance” (infatti hanno concesso un giorno di smart working o tolto i badge, salvo poi piazzare riunioni alle 8:30 e alle 18:00). Odi al fallimento professionale ("fa crescere") e a imprenditori che, partiti da un garage, hanno costruito imperi (ma in Italia non si può per colpa delle tasse, della burocrazia e dei dipendenti che non hanno voglia di lavorare).

Nella realtà, invece, ci sono costosissime scuole private, imprese fondate dal nonno e/o genitori benestanti. Aziende rette da incentivi statali, dipendenti sottopagati e ottimi consulenti fiscali (quelli sì, ben pagati). Idee scopiazzate e mal tradotte da ChatGpt o messe in piedi senza consultare alcun specialista, che poi ti dice che non si può fare. Intanto l’azienda vera la gestisce papà (o addirittura il nonno), e ciclicamente travasa fondi (magari neri) nelle startup del rampollo di famiglia che “deve farsi le ossa”. Tanto un domani erediterà tutto e, probabilmente, lo svenderà o lo dilapiderà.

Su LinkedIn, però, è descritto come l’imprenditore ideale. Partecipa a convegni dai titoli altisonanti (scritti dallo stesso copy che inventa le job description dei dipendenti) e ormai la foto con la scritta “Ted” è più inflazionata della bambina di Banksy con il palloncino.

Quindi avanti così, un post dopo l'altro, su un social network che dovrebbe connettere i professionisti ma che è diventato una via di mezzo tra Facebook e Instagram, dove al centro di tutto vi sono prodezze lavorative inesistenti e ci si illude di essere ciò che non si è. Tanto, prima o poi, qualcuno pagherà il conto, sia esso lo Stato o l’investitore straniero in cerca di un pezzo di quel Made in Italy che fu.

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