
Francia, il Senato riconosce con una legge la sofferenza delle ragazze costrette ad abortire illegalmente

03/21/2025 09:57 AM
Ieri il Senato ha adottato in prima lettura, e con voto unanime, un testo di legge che per la prima volta riconosce la "sofferenza" delle donne condannate per aver abortito clandestinamente in Francia prima della legge del 17 gennaio 1975, che legalizzò l’interruzione volontaria di gravidanza e che porta il nome di Simone Veil, all’epoca ministra della Salute sotto la presidenza di Valery Giscard d’Estaing.
È un nuovo passo avanti che fa la Francia per difendere il diritto delle donne all’aborto, un diritto ancora fragile, rimesso in discussione tra l’altro negli Stati Uniti e non solo. Nel 2024 la Francia era già stato il primo Paese al mondo ad inserire "la libertà di ricorrere all’IVG" nella sua Costituzione, proprio in risposta alla revoca negli USA della sentenza Roe v. Wade, che ha dato agli Stati federali la possibilità di adottare una propria legislazione sull’aborto.
E, proprio alcuni giorni fa, in virtù di leggi sempre più restrittive negli Usa, un’ostetrica di Huston, in Texas, Maria Margarita Rojas, è stata arrestata con l'accusa di aver praticato aborti illegali. Da questa parte dell’oceano, invece, la Francia "riabilita" quelle donne che, anche a rischio della propria vita, hanno interrotto una gravidanza sgradita, quando l’aborto era ancora considerato un crimine. Molte di loro, così come le donne che le hanno aiutate, sono state condannate per questo. Il progetto di legge, difeso dalla senatrice socialista Laurence Rossignol, ex ministra della Famiglia e dei Diritti delle donne durante la presidenza di François Hollande, intende far riconoscere dallo Stato, nel suo articolo uno, che le leggi anti aborto in vigore prima del 1975 hanno costituito "un attacco alla tutela della salute delle donne, all’autonomia sessuale e riproduttiva" e "ai diritti delle donne".
Leggi che hanno causato "numerosi decessi" e sono state fonte di "sofferenze fisiche e morali". Questo voto multipartisan "prova che in Francia c’è un solido consenso sul diritto all’aborto", ha detto Laurence Rossignol in Senato. Questo testo "è un modo per dire che la vergogna deve cambiare campo, che queste leggi sono state criminali per le donne. In un momento in cui la difesa del diritto all’aborto viene messa in discussione in tutto il mondo – ha aggiunto –, dobbiamo dire a tutto il mondo che ci sono Paesi che non si piegano". Il progetto di legge, che prevede solo due articoli, propone anche la creazione di una "commissione indipendente" con la missione di "identificare le persone che hanno subito un pregiudizio" per aver abortito clandestinamente o per aver aiutato a praticare l’aborto e "di riconoscere ufficialmente questi pregiudizi". Ora il testo proseguirà il suo iter in Assemblea nazionale.
La legge ha un valore esclusivamente simbolico, anche perché non è mai stato neanche ipotizzato di prevedere un qualunque tipo di riparazione materiale. Per le associazioni femministe, come il Collettivo nazionale per i diritti delle donne, è soprattutto un modo per "restituire dignità alle donne che hanno vissuto nel silenzio". La presa di parola delle donne più celebre in Francia sull’aborto resta il famoso "Manifesto delle 343" pubblicato su Le Nouvel Observateur nel 1971, sottoscritto da Simone de Beauvoir, per l’aborto libero e gratuito.
A gennaio, per i cinquant’anni della Loi Veil, un gruppo di intellettuali, scrittrici, attrici, responsabili politiche, tra cui la stessa Rossignol, aveva firmato un nuovo appello su Libération per chiedere questa volta al governo di riparare "un’ingiustizia storica" e "riabilitare le donne ingiustamente condannate". In quell’occasione erano stati pubblicati alcuni dati. La Fondation des Femmes, basandosi su fonti giudiziarie, aveva censito 1.092 donne condannate per IVG in Francia tra il 1826 e il 1880, e 715 tra il 1881 e il 1909. Durante la seconda guerra mondiale i casi erano poi moltiplicati: nel 1943, sotto il governo di Vichy, due donne furono ghigliottinate, Marie-Louise Giraud e Désiré Pioge.
Nel 1946 più di cinquemila casi di aborti clandestini furono giudicati dai tribunali. In realtà, come fa notare Laurent Rossignol, non si sa a questo stadio quante condanne per IVG sono state effettivamente pronunciate in Francia. Un’indagine è in corso. In un comunicato il Senato parla di più di 11.660 condanne tra il 1870 e il 1975, in cui sono comprese sia le donne che hanno abortito sia i medici e le militanti femministe che le hanno assistite: "Gli autori della proposta di legge – è scritto nella nota – ritengono che sia necessario riabilitare le donne che hanno fatto ricorso all’aborto e le persone che le hanno aiutate".
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