"Cos'altro deve succedere a Gaza perché a Israele venga intimato di fermarsi?": l'appello-petizione. Tra le firme Barbero, Gifuni, Lerner

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“Bombe, mancanza di acqua, di cibo, malattie, infezioni, virus della poliomielite. Cos’altro deve accadere a Gaza perché la comunità internazionale intimi al governo di Israele di fermarsi?” Comincia con questa domanda l’appello-petizione promosso su Change.orgdallo storico ed economista Massimo Amato, dalla deputata del Pd ed ex presidente della Camera Laura Boldrini e dal giornalista Gianni Giovannetti. Al testo hanno aderito dal 25 settembre oltre 30mila persone. Tra gli altri firmatari ci sono scrittori, giornalisti, attori, registi giuristi internazionali, filosofi, scienziati: da ViolaArdone ad Alessandro Barbero, da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni a Saverio Costanzo ed EmanueleCrialese, da Dacia Maraini a RiccardoCucchi, da GadLerner a Carmen Lasorella, da LauraMorante al premio Nobel GiorgioParisi, da AlbaRohrwacher a GustavoZagrebelsky, parlamentari ed ex. Un appello che chiede all’Italia e all’Unione europea di valutare sanzioni contro il governo israeliano e un impegno serio per il cessate il fuoco e che è stato rilanciato dopo l’invasione di Israele in Libano. “Va ricordato – si legge nell’integrazione all’appello del primo ottobre – che ciò che sta accadendo in MedioOriente, ha un'unica radice: l'occupazione pluridecennale della Palestina e il rifiuto di lunga data di dare seguito alla legittima richiesta del popolo palestinese del diritto all'autodeterminazione. Più la crisi assume un carattere regionale più diviene imperativo porre fine alla carneficina a Gaza e alla violenta aggressione militare israeliana in Cisgiordania. Per questo gridiamo: #stopcrimesinPalestine”.

Nell’appello si chiede al governo e alla Commissione Ue “di mettere in atto tutti gli strumenti a loro disposizione non solo per giungere a un immediato cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, ma anche perché cessino immediatamente la detenzione arbitraria senza limiti di tempo dei prigionieri palestinesi e le pratiche di tortura ormai accertate, e perché si attui il rispetto incondizionato dei diritti umani”. Il diritto internazionale – sottolinea ancora il testo – deve essere “fatto valere senza eccezioni per nessuno” e ogni paese democratico si deve “fare carico degli obblighi che derivano dai provvedimenti già emessi dalla Corte internazionale di giustizia, che intimano al governo di Israele di cessare ogni azione volta a perpetuare e aggravare il massacro in corso, e che gli ordinano di lasciare immediatamente i territori illegalmente occupati”. Tra le richieste dell’appello lo stop all’invio di armi, sanzioni nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dei suoi ministri, ma anche “la sospensione dell'accordo di associazione Israele-Ue, che si basa sul rispetto dei diritti umani”. “Oggi e non domani è il momento di dire basta agli orrori – si conclude il testo – di alzare la voce, di fare valere la propria umanità, il rispetto per la giustizia e l'amore per la pace. Per questo ti chiediamo di firmare questo appello”.

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