
"È diventato violento, abbiamo paura. Aiutateci". L'SOS degli scienziati isolati per 10 mesi e il giallo: cosa sta succedendo nella base in Antartide?

03/19/2025 05:07 AM
“Rimango profondamente preoccupato per la mia sicurezza, chiedendomi costantemente se potrei diventare la prossima vittima“. È un grido d’aiuto disperato, quello lanciato da uno scienziato sudafricano, membro di un team di ricerca isolato nella remota base antartica Sanae IV, a oltre 4.000 chilometri dalla costa meridionale del Sudafrica. La base, gestita dal governo sudafricano dal 1959, ospita spedizioni scientifiche composte da un piccolo gruppo di ricercatori ed esperti, che trascorrono l’inverno antartico (circa dieci mesi) in completo isolamento, a causa delle condizioni meteorologiche estreme che rendono impossibili i collegamenti.
Il team attuale, composto da nove persone, è partito il 1° febbraio per studiare i cambiamenti climatici nella regione. Ma, a poche settimane dall’arrivo, la convivenza forzata si è trasformata in un incubo: il 27 febbraio, una mail allarmante è arrivata al Ministero dell’Ambiente sudafricano: uno dei membri del team denunciava un’aggressione fisica da parte di un collega, descritto come autore di un “comportamento profondamente inquietante”, fonte di “paura e intimidazione”.
La notizia è stata diffusa dal South Africa’s Sunday Times, che ha riportato ampi stralci del messaggio, omettendo i nomi dei coinvolti, e sta facendo il giro del mondo. “Il suo comportamento è diventato sempre più grave e sto avendo notevoli difficoltà a sentirmi al sicuro in sua presenza”, scrive l’autore della mail. “È imperativo che vengano prese misure immediate per garantire la mia sicurezza e quella di tutti i dipendenti”. Il ministro dell’Ambiente sudafricano, Dion George, ha confermato l’aggressione, spiegando che sarebbe scaturita da una lite tra il presunto aggressore e il caposquadra, riguardo all’assegnazione dei compiti. Il ministero ha fatto sapere di stare gestendo la situazione con “massima urgenza”, ma ha anche sottolineato come, in condizioni di isolamento estremo, non sia raro che gli individui abbiano una “fase di adattamento iniziale“, anche se “tutti i componenti hanno superato i vari test psicologici e le valutazioni mediche” obbligatorie per la selezione.
Il ministero ha aggiunto di aver parlato con la persona accusata di aggressioni. Il presento colpevole avrebbe “partecipato volentieri” a una nuova valutazione psicologica, mostrando rimorso per l’accaduto – avrebbe anche scritto una lettera di scuse alla vittima – oltre a ribadire la sua disponibilità a collaborare e a “seguire tutte le misure raccomandate”. Nella mail si farebbe riferimento anche ad un caso di violenza sessuale, sul quale le autorità stanno indagando. Peter Mbelengwa, capo delle comunicazioni del DFFE (Dipartimento delle Foreste, della Pesca e dell’Ambiente), ha dichiarato: “Il dipartimento sta rispondendo a queste preoccupazioni con la massima urgenza e ha avuto una serie di interventi con tutte le parti interessate alla base. È in corso un’indagine completa e il dipartimento agirà di conseguenza in relazione a qualsiasi condotta illecita contro qualsiasi funzionario che si sia comportato male”. E ha aggiunto: “Durante questo incidente imprevisto, il dipartimento si sta confrontando con il professionista che ha effettuato la valutazione psicometrica, per far rivalutare gli svernanti e per assistere con meccanismi di coping durante il loro tempo alla base, inclusi strategie di risoluzione dei conflitti, miglioramento delle capacità interpersonali, nonché supporto e consulenza generali”.
Ma, al momento, l’unica soluzione possibile sembra essere la convivenza forzata. L’evacuazione del team, o anche di un solo membro, è impossibile, a causa delle condizioni meteorologiche invernali. L’unica opzione sarebbe un’evacuazione medica di emergenza verso una base tedesca a circa 186 miglia di distanza, come hanno spiegato due fonti a conoscenza della situazione. “Avevano tutto il tempo per porre rimedio alla situazione, ma hanno semplicemente seppellito la testa sotto la sabbia sperando che passasse”, ha detto una fonte. “Sono stati informati del problema già a dicembre”.
Alan Chambers, esploratore professionista, ha spiegato al Sunday Times come l’isolamento estremo possa avere un forte impatto psicologico: “È tutto bianco, non c’è colore, nessun rumore e niente che vedresti come normale, quindi il comportamento di tutti, incluso il tuo, viene ingigantito. La solitudine del continente ha un enorme impatto sul comportamento degli individui. Devi davvero stare bene con te stesso perché se sei in Antartide o nell’Artico, sei costretto a trascorrere davvero tanto tempo nella tua mente”.
Foto d’archivio
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