Gaza, Meloni ripete il solito ritornello a occhi bassi mentre l'Italia riempie Israele di armi
Oggi alle 03:17 AM
di Francesca Scoleri
Nel torpore intellettuale, causato dal combinato falsa informazione e scarsa reattività intellettuale, può capitare di portare al vaglio della mente affermazioni che, per quanto orribili, sanno di verità.
“Verità”, questa specie di intrusione nel clima di mistificazione inviolabile. Vittorio Feltri, poche settimane fa, raggiungeva uno dei picchi di maggior sincerità dichiarando “ai musulmani sparerei in bocca e non mi vergogno di considerarli una razza inferiore”. Inutile dire che si è levato un coro di indignazione perché in fondo che costa? Qualche comunicato stampa e qualche migliaio di commenti sui social per definire l’anziano giornalista e i suoi intenti nazisti non costano niente. Prendere posizione nei confronti di chi quegli intenti li realizza, invece, richiede ben altro. Richiede coraggio e onestà e di questi tempi sono merce rara.
Di questa carenza ha dato prova Giorgia Meloni durante la conferenza stampa alla quale stranamente ha partecipato; alla domanda sui palestinesi uccisi a Gaza, 70 mila secondo i dati più recenti, ha ripetuto un imbarazzante ritornello ormai divenuto velina ufficiale: richiesta di cessare il fuoco e liberazione degli ostaggi ebrei. Punto. Di quei civili uccisi finge di non avere notizia. Occhi bassi, come sempre accade quando è messa in imbarazzo da domande scomode. Le bombe e i missili Made in Italy nutrono il suo orgoglio italico e poco importa se piovono sulla testa di bimbi che dormono col biberon in bocca e che, a migliaia, sono compresi nella macabra conta dei palestinesi assassinati.
Qualche anno fa però, in una intervista con Francesca Fagnani, andava in onda la narrazione di come fosse distrutta dal dolore al pensiero delle sofferenze inflitte a quelle povere creature. Ci teneva a precisare che il suo essere diventata madre accentuava la sensibilità sul tema. Non è passato molto tempo da quelle parole, ma è cambiata la sua posizione; ora guida la colonia americana nel Mediterraneo altrimenti detta Italia, e prima di fare dichiarazioni di tipo umanitario deve concordarle con chi distribuisce al mondo patenti di vittime e carnefici.
Amnesty International e altri organi internazionali hanno dichiarato che a Gaza è in atto un genocidio e stanno cercando di comunicarlo al mondo. Qualcuno accoglie i fatti e altri, come farisei e sommi sacerdoti fuori stagione, cercano di nasconderli. "Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza" è il titolo del rapporto che Amnesty sta cercando di diffondere perché arrivi il giorno della liberazione anche per i superstiti di Gaza. In questo percorso, incontra realtà che si professano luoghi di libero pensiero come l’Ateneo Veneto, che ha il concetto di libertà legato al palo con una catena probabilmente, dal momento che annulla un incontro già concordato adducendo timori per il sereno svolgimento dell’incontro. E non è l’unico episodio; dal 7 ottobre 2023, gli stessi israeliani che si oppongono ai crimini di Netanyahu vengono silenziati. Si pronuncia la parola magica, “antisemitismo”, e scatta la pretesa di licenza di uccidere.
Eppure, proprio un facoltoso professore e scrittore israeliano, Joshua Clover, ha dichiarato: “Non è antisemita opporsi a qualunque genocidio; anzi, penso che tale opposizione sia un obbligo del popolo ebraico”, e lo ha fatto nel clima di censura che nelle università americane, compresa la stessa in cui lui insegna, si è tentato di sopprimere ogni forma di protesta nei confronti di chi sta di fatto sterminando i palestinesi. Che senso ha inorridire per chi come Feltri considera i musulmani “una razza inferiore” e trattare da amici chi con le armi esercita la convinzione di esser loro superiori?
I popoli hanno recepito questa contraddizione e si oppongono come possono a questi crimini. I governanti invece, consegnano armi per proseguire il massacro; l’Italia si attesta il terzo fornitore dopo Usa e Germania. Ma la madre cristiana potrebbe salire nel podio.
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