La Lazio vola: gli 'addetti ai lavori' esaltano il mister Baroni

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La Lazio non si ferma più e le prospettive in Serie A sono sempre più interessanti. La gara della 7ª giornata contro l’Empoli si è conclusa sul risultato di 2-1 e la squadra è in piena zona Champions.

Uno dei grandi protagonisti è mister Baroni. “Siamo abituati a privilegiare il nome importante perchè fa immaginare che potrebbe succedere qualcosa di grande, d’altra parte se il nome è diventato tale è perchè ci sono stati risultati”, dice Di Canio a margine della Mediolanum Padel Cup – in corso al Villa Pamphili Padel Club di Roma – dove è impegnato nel “derby” di padel con Perrotta, Candela e Fiore.

“Per la Lazio è un discorso che vale ancora di più: la squadra ha fatto molto bene negli ultimi anni sia in campionato che in coppa, è arrivata seconda con Sarri e c’erano giocatori affermati, quelli che poi determinavano la vittoria, da Felipe Anderson a Immobile.

Poi è arrivato un cambio radicale tecnico tattico con Baroni. Un allenatore che ha avuto solo esperienze con squadre in zona salvezza e questo sembrava un ridimensionamento, almeno sulla carta. Così anche per giocatori come Tavares, che aveva giocato poco, o Dia e Noslin, pure abituati a lottare per la salvezza. Nessuno si aspettava questa partenza – continua Di Canio – ma il lavoro paga, Baroni voleva dimostrare di essere adatto a una piazza importante e ha lavorato in silenzio, seriamente, i giocatori si sono messi a disposizione. E’ una squadra veloce, muscolare, non ha molta fantasia ma ha qualità, intraprendenza e tecnica applicata dalla tre quarti in su. Sembra una squadra che gioca insieme da diversi anni, lo spartito è lo stesso ed è una cosa positiva, perché tutti sanno cosa fare. Quando accade qualcosa di genere c’è stupore, ma aspettiamo perché la stagione è ancora lunga”.

Le parole di Stefano Fiore

“Sono molto contento dell’impatto che ha avuto Baroni sulla Lazio, c’era molto scetticismo, ma penso che meritava questa opportunità per tutta la gavetta che ha fatto e per i campionati importanti che ha fatto in piazze difficili e salvezze clamorose”. Stefano Fiore fa un primo bilancio della Lazio 2024/2025 a margine della giornata finale della Mediolanum Padel Cup- – in corso al Villa Pamphili Padel Club di Roma – dove ha disputato (vincendo) il “derby” di padel con Di Canio, Perrotta e Candela. “La Lazio era all’anno zero, sono partiti tutti gli uomini simbolo, e c’era bisogno di cambiare. E’ un progetto che mi piace e che può portare a qualcosa di buono”, continua Fiore.

L’ex centrocampista biancoceleste dice poi la sua sul “bel gioco” che sta prendendo piede in campionato grazie ad allenatori proprio come Baroni o Thiago Motta: “storicamente siamo molto pragmatici, con le squadre di club e con la Nazionale l’abbiamo sempre spuntata facendo una buonissima fase difensiva e poi con i campioni che avevamo davanti e che tutti ci invidiavano. Il calcio è ora è cambiato, la Nazionale in diverse occasioni non ha fatto benissimo, e serve rifondare ripartendo dalle basi. E’ positivo che ci siano allenatori che propongono idee nuove, come il gioco palla a terra, quindi ben venga. Ma teniamoci anche le nostre caratteristiche che ci hanno portato anche a vincere il Mondiale”.

Riguardo proprio la Nazionale e i suoi giocatori in attacco, l’ultima riflessione di Fiore è su Mateo Retegui: “sta sfruttando il gioco offensivo e propositivo dell’Atalanta ma già a Genova aveva fatto vedere cose buone. In questo momento è imprescindibile per la nazionale”.

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