Libano, Usa ottimisti: "Tregua entro pochi giorni". Ma l'inviato Hochstein è attendista. E Israele continua a bombardare Beirut e il sud
Oggi alle 08:01 AM
Le trattative per la tregua in Libano tra Israele e Hezbollah proseguono. Parlando alla radio dell'esercito di Tel Aviv, l'ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Mike Herzog ha affermato che rimangono “punti da finalizzare”, qualsiasi intesa richiede l'approvazione del governo, ma “siamo vicini a un accordo” e che “può avvenire entro pochi giorni“. Tra le questioni rimaste in sospeso c’è la richiesta di Israele – che mira a spingere Hezbollah e le truppe israeliane fuori dal Libano meridionale – di riservarsi il diritto di agire nel caso in cui Hezbollah violasse i suoi obblighi nell'ambito dell'accordo emergente..
Per il momento i fatti contrastano con gli auspici. Ieri Israele ha fatto sapere di essere in generale disposto a proseguire nei negoziati, attendendo risposte sugli emendamenti presentati e non ancora accettati. L’inviato americano Amos Hochstein, il principale mediatore, ha fissato una scadenza facendo intendere che se in pochi giorni non ci sarà un’intesa potrebbe lasciare la conduzione delle trattative. Ieri sera la tv pubblica israeliana aveva detto che era stato raggiunto un accordo, ma il media libanese Lbci citava un commento di Hochstein secondo il quale le notizie sul via libera che sarebbe stato dato da Israele “non sono accurate“. Questa mattina anche il giornale libanese Al-Akhbar, vicino a Hezbollah, raffreddava gli entusiasmi titolando: “Libano rifiuta speculazioni sull’accordo, e aspetta la risposta ufficiale”.
Intanto Israele continua a bombardare Beirut e il sud del paese. Nuovi attacchi hanno colpito stamane il quartiere di Dahiyeh, nella periferia meridionale della capitale, dopo che l'esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione e dopo i pesanti raid contro le roccaforti di Hezbollah della notte. Il portavoce dell'Idf, Avichay Adraee, ha dichiarato su X che l'esercito avrebbe preso di mira “strutture e interessi”, indicando diverse località. E in tarda mattinata il portavoce ha emesso un nuovo avviso di evacuazione per alcuni edifici nel quartiere. Colpita anche la città costiera di Tiro.
Di tregua si parla anche ai Med Dialogues in corso a Roma. L'Italia deve "rispettare la giurisdizione" della Corte penale internazionale e arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se dovesse venire in territorio italiano, ha detto il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Riyad al-Maliki. "Se non lo facesse applicherebbe un doppio standard nei confronti di Netanyahu", ha aggiunto, affermando che al primo ministro israeliano verrebbe riconosciuto "il diritto di abusare del diritto internazionale". "L’unico ostacolo per arrivare a un cessate il fuoco è Netanyahu", che "ha usato Israele, i palestinesi e gli ostaggi per le sue ambizioni personali o per evitare che vada in prigione per i processi a suo carico", ha aggiunto al-Maliki, affermando che il primo ministro israeliano è convinto che "prolungare la guerra gli impedisca di passare il resto della sua vita in carcere".
A non volere il cessate il fuoco è l’ultradestra alleata di Netanyahu. “Un accordo con il Libano è un grande errore. Un'occasione storica mancata per sradicare Hezbollah”, ha scritto su X il ministro per la Sicurezza Itamar Ben Gvir. “Bisogna ascoltare i comandanti che combattono sul campo, ascoltare i capi delle autorità. Proprio ora che Hezbollah è battuto e desidera un cessate il fuoco, è vietato fermarsi”, ha affermato. E ancora: “Come ho avvertito prima a Gaza, avverto anche ora: signor primo ministro, non è troppo tardi per fermare questo accordo! Dobbiamo continuare fino alla vittoria assoluta!”.
Secondo Antonio Tajani, a non volere il cessate il fuoco è Teheran: “L’Iran mi pare sia un po’ contrario o quantomeno vuole allungare i tempi, vediamo”, ha detto il ministro degli Esteri al suo arrivo ad Anagni per il G7 Esteri. “Ho incontrato stamane il ministro degli Esteri libanese che ha ribadito la solidarietà e l'impegno a difesa dei nostri militari e ha dichiarato inaccettabili gli attacchi di Hezbollah”, ha aggiunto. “Per noi è importante che le autorità libanesi siano dalla parte della legittimità dell'azione dei nostri militari, e contiamo di essere sempre più protagonisti in futuro per la costruzione e la difesa della pace in Libano”, ha concluso Tajani.
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