NBA Freestyle | Immarcabile: perché Anthony Edwards è diventato una superstar
01/17/2025 10:54 AM
Anthony Edwards ormai al top della NBA
Per quanto fatto vedere finora, Minnesota è lontana dai fasti della scorsa stagione. Una squadra, quella, avviata a imporsi come perfetta macchinadifensiva, fluida e con tante armi in attacco, e una panchina capace di tenere alta la pressione con i titolari a riposo (grazie a Reid principalmente). L'aggiunta di Julius Randle e la partenza di Karl Anthony-Towns hanno rimescolato le carte. È un dato di fatto. Ma le stelle a volte brillano ancora di più, se diventa un po' più buio. Questo sta succedendo ad AnthonyEdwards. Sta confermando di essere una superstar assoluta della lega. Orma, a dirla tutta, può essere tranquillamente considerato tra i primi dieci/quindici giocatori della NBA (in base ai punti di vista). La media punti rimane costante a 25,9. Ma i punti nelle mani li ha sempre avuti, fin dalla stagione d'esordio. Il miglioramento vero c'è stato nel tiro da fuori. E qui c'è odore di ulteriore salto di qualità del ragazzo. L'ottimo tiro da tre che sta mostrando Edwards (42,3% rispetto al 35,7% dell'anno scorso) ci parla di un giocatore che lavora, che cresce, che ha come focus quello di diventare sempre più immarcabile. Perché con l'esplosività che si ritrova, con l'abilità nell'uno contro uno, con il buon palleggio con entrambe le mani, metterla così bene dal perimetro lo rende definitivamente un rebus irrisolvibile per almeno il 90% dei difensori NBA. Gli stai troppo addosso? Ti brucia sul primo passo. Ti stacchi? Colpisce da fuori. Micidiale. Per il resto, nel ruolo di guardia tiratrice, Edwards è una combinazione di potenza e rapidità paragonabile a gente illustre come MitchRichmond, però con lo stacco da terra di Dominique Wilkins o LarryNance. Forse non è ancora un grande lettore del gioco. E in realtà non crea moltissimo per gli altri (4,2 assist di media). Ma c'è tempo, tanto tempo, per colmare queste lacune. Talento spaziale.
La crescita dei Memphis Grizzlies
Sono una delle sorprese della stagione. Terzi nel competitivo Ovest. Si, al terzo posto. Impensabile dopo i disastri dell'anno precedente, complici anche i problemi fuori dal campo della loro stella (allora stella solo di nome, ma non di fatto…) Ja Morant. Il quale, Morant, sta apparendo più maturo, più controllato, ma non per questo meno spettacolare e selvaggio nelle sue incursioni a canestro. Il "cavaliere elettrico" dei Grizzlies sta giocando in modo solido, ma non è alla migliore stagione della sua carriera numericamente (21,4 punti di media con il 31,4% da tre). Però, in campo sa vedere i movimenti e i tagli dei compagni e sa leggere le situazioni con buona costanza. Memphis è una squadra che non abusa così tanto dei pick-and-roll centrali o degli hand-off (passaggio consegnato). Questo un po' la differenzia rispetto alla media delle altre franchigie della lega. E sono quinti per ratingoffensivo. Il roster è competitivo. Jaren JacksonJr ha raggiunto un livello di efficacia in attacco e in difesa unico. DesmondBane è un "culturista di Venice Beach" con un bel tiro da fuori. Il figlio di Scottie (Pippen) è un buon cambio per i piccoli, molto ordinato, capace di segnare ma anche di distribuire la sfera. Luke Kennard è uno dei migliori tiratori dal perimetro della NBA. Occhio anche a SantiAldama, un 7-piedi con una grande mano da fuori, prezioso dalla panchina. E al rookie di 2.24 ZachEdey: sui cambi difensivi fatica per la scarsa velocità di piedi. In attacco, per una decina di minuti, può recitare la parte di Godzilla. Da seguire con attenzione.
Castle, promettente matricola degli Spurs
È ancora un giocatore che deve migliorare tanti aspetti del proprio gioco. È ancora un progetto. Però, il rookie di San Antonio ha sorpreso per faccia tosta e capacità di prendersi le proprie responsabilità. Scelto alla numero quattro dagli Spurs nello scorso Draft, pochi si aspettavano che Stephon Castle sarebbe stato così pronto a contribuire fin da subito. Che fosse un doberman difensivo, con una grande abilità negli scivolamenti laterali, lo si sapeva fin dal college. Attento sulle linee di passaggio, reattivo nel buttarsi in mezzo ai blocchi, solido nella difesa in aiuto. Che potesse metterne già oltre 11 di media, invece, era meno lampante. Il tiro da fuori, come previsto, non c'è ancora (25,2%). Ma la mano non è male, il tiro non è "rotto" (come si dice in gergo). Con il lavoro, può anche diventare più affidabile. Al momento, è una guardia che prende buone iniziative palla in mano, sa andare fino al ferro e, se la difesa rimane bassa, sa colpire anche dalla media. Ha fisico, atletismo, rapidità. C'è da investirci su, perché il materiale non è affatto male. Brava San Antonio, come sempre, ad averci creduto.
That's all Folks!
Alla prossima settimana.
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