"Scarceratelo!". L'appello di Amnesty per il direttore dell'ospedale Kamal Adwan di Gaza
Oggi alle 03:13 AM
Il 27 dicembre 2024 l'esercito israeliano ha arrestato il dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell'ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia di Gaza, mentre cercava di negoziare l'evacuazione del centro, ordinata dai militari di Tel Aviv.
L'ospedale Kamal Adwan era stato già invaso il 12 dicembre 2023 e il dottor Hussam Abu Safiya era stato arrestato insieme ad alcuni suoi colleghi. Era stato interrogato brevemente e rimesso in libertà senza alcuna accusa nei suoi confronti.
Quella incursione mise fuori servizio l’ospedale e solo grazie agli sforzi e alla dedizione del dottor Hussam Abu Safiya e dei suoi colleghi l’ospedale poté essere riaperto.
Da gennaio a settembre 2024 l’ospedale ha accolto i feriti provenienti da tutta l'area a nord del Wadi Gaza, compresa Gaza City, che non potevano cercare assistenza medica altrove a causa della creazione, da parte dell’esercito israeliano, del cosiddetto Corridoio di Netzarim che ha diviso in due la Striscia di Gaza.
Il personale medico del Kamal Adwan ha curato i feriti a seguito degli attacchi contro le persone affamate che facevano la fila per ottenere farina e aiuti, noti ai palestinesi come "massacri di farina", nonché quelli di altri attacchi e bombardamenti. L’ospedale ha anche accolto e curato bambini e neonati colpiti da gravi forme di malnutrizione e disidratazione.
Per settimane, nonostante gli appelli delle organizzazioni per i diritti umani e anche del segretario dell'Organizzazione mondiale della sanità, del dottor Hussam Abu Safiya non si è saputo nulla. Poi, a causa dell'alto profilo che la vicenda aveva raggiunto, il 3 gennaio le autorità israeliane sono state costrette ad ammettere che l’uomo era in loro custodia per essere interrogato "sul suo presunto coinvolgimento in attività terroristiche e per aver avuto un ruolo nell'organizzazione terroristica Hamas mentre centinaia di terroristi di Hamas e del Jihad islamico si nascondevano nell'ospedale da lui diretto".
È la formula standard, ripetuta centinaia di volte dalle forze israeliane: nessun civile è solo un civile; nessuna struttura civile (scuole, rifugi, ospedali) è solo una struttura civile. Lo dicono sin da "Piombo fuso", la prima operazione militare israeliana contro la Striscia di Gaza, tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009.
Il 9 gennaio, ai sensi della legge sui combattenti illegali, la Corte di giustizia israeliana di Ashkelon ha prorogato la detenzione di Hussam Abu Safiya senza accuse fino al 13 febbraio e il divieto di incontrare un avvocato fino al 22 gennaio. Le autorità continuano a rifiutare di rivelare dove si trovi. Palestinesi recentemente usciti dal centro di detenzione di Sde Teiman hanno dichiarato ai mezzi d'informazione di averlo visto lì. Secondo altre fonti, si troverebbe nella prigione militare di Ofer.
A esprimere preoccupazione per la sorte di Hussam Abu Safiya è stata, da subito, Physicians for Human Rights Israel (Phri), il cui direttore generale Guy Shalev, in un'intervista alla Cnn, ha ricordato che i professionisti sanitari sono protetti dal diritto internazionale umanitario: se loro vengono attaccati, è una società intera a subirne le conseguenze, soprattutto le persone ferite, fragili, bisognose di cure mediche e affette da malattie croniche.
Secondo i dati dell'organizzazione non governativa israeliana, dal 7 ottobre 2023 oltre mille professionisti sanitari della Striscia di Gaza sono stati uccisi, 230 sono stati arrestati e di questi 130 si trovano ancora nei centri di detenzione israeliani, dove sono morte per tortura o diniego di cure mediche almeno 70 persone.
Amnesty International ha lanciato un appello globale, rivolto alle autorità militari israeliane, affinché scarcerino il dottor Hussam Abu Safiya.
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