Si finse una cameriera per fuggire ai lager nazisti, poi vinse 10 medaglie olimpiche dopo i 30 anni: la storia della ginnasta Agnes Keleti
Ieri alle 02:09 AM
Dieci medaglie olimpiche in bacheca (di cui cinqued'oro), un punto di riferimento della ginnastica tra gli anni '40 e '50, una carriera straordinaria spezzata in tre tronconi dalla storia del Novecento. Quella più tragica, quella che prende la forma dell'Olocausto e della Rivoluzioneungherese. Due momenti storici a cui AgnesKeleti, ginnasta ungherese di origini ebree, ha sempre contrapposto la determinazione e la voglia di non farsi travolgere dai fatti della vita. "Il miglior consiglio è di non subire le circostanze. Dal dove ti trovi al tempo che fa. Bisogna sempre tirare fuori il meglio da se stessi", ha dichiarato qualche anno fa prima delle Olimpiadi a Tokyo, fortemente condizionate dalla pandemia di Covid-19.
Nata a Budapest nel 1921, Agnes Keleti da bambina avrebbe voluto diventare musicista, invece il padre l'ha spinge in palestra all'età di soli quattroanni. Lì Agnes trova il proprio percorso, il modo di affermarsi, l'ambiente naturale. A 16 anni si laurea per la prima volta campionessa ungherese di ginnastica. Un risultato che sembra essere il viatico verso un'Olimpiade 1940 a Tokyo da vivere come protagonista. Un'edizione che però non arriverà mai. La Seconda guerra mondiale spezza ogni carriera sportiva, quella di Keleti ovviamente non fa eccezione. Le bombe, le deportazioni naziste, i campi di concentramento. Lei si nasconde, assume la falsaidentità di una camerieracristiana, riuscendo a sfuggire all'Olocausto, ad Auschwitz. Un destino che purtroppo toccherà invece a centinaia di migliaia di persone, e tra queste c'è anche il padre, catturato e ucciso dalle SS naziste.
Il dolore per la perdita del padre è alleviato dal ritorno alla vita normale al termine del conflitto e soprattutto dalla possibilità di poter riabbracciare la sorella e la madre, di cui non aveva più notizie da anni. Tutto per merito di RaoulWallenberg, un diplomatico svedese che a Budapest usò il suo status per salvare decine di migliaia di ebrei dai rastrellamenti tedeschi. Come? Inventandosi una sorta di passaporto di protezione, lo "Schutz pass", che attestava, per chi ne fosse in possesso, i propri stretti legami con la Svezia.
La fine della guerra porta con sé anche l'occasione di riprendere in mano un vecchio sogno interrotto: le Olimpiadi. Queste vengono raggiunte a Helsinki, nel 1952, dopo aver saltato per infortunio l'edizione di quattro anni prima a Londra. Ha 31 anni, un'età che ancora oggi è considerata proibitiva per chi pratica la ginnastica. Il suo tempo sembra essere definitivamente passato, eppure lei stupisce tutti in Finlandia, portandosi a casa quattromedaglie: oro nel corpo libero, argento nel concorso a squadre e due bronzi nella ginnastica con attrezzi e nelle parallele asimmetriche. Risultati che vengono addirittura migliorati quattro anni dopo, a Melbourne.
Nell'edizione a Cinque Cerchi del 1956, Keleti mette insieme seimedaglie, di cui ben 4 d’oro (corpo libero, trave, parallele asimmetriche e ginnastica con attrezzi) e 2 d’argento (concorso a squadre e concorso individuale). Un anno che però le porta anche altre cose: la conquista dell'ultimo dei dieci campionati ungheresi all-round consecutivi (il primo nel 1947) e un nuovo stravolgimento della sua vita. Il 1956 è anche l'anno della Rivoluzioneungherese, dell'intervento dei carri armati sovietici a Budapest, della repressione nel paese. Keleti si rifiuta di tornare a casa dopo le Olimpiadi e decide, insieme alla sorella, di emigrare in Israele, dove prende inizio la terza parte della sua vita. Qui comincia ad allenare, fino a diventare, negli anni Novanta, allenatrice della squadra nazionale israeliana di ginnastica artistica. Una parabola personale che la riporta in Ungheria solo dopo la fine del comunismo. Agnes Keleti è morta a ridosso dei 104 anni, lo scorso 2 gennaio 2025, a Budapest.
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