Sinner e le finali del tennis in chiaro gratis per tutti: dopo il boom di ascolti, adesso serve una regola definitiva

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L'Italia che si ferma davanti alla tv per una finale. Succedeva solo per il calcio, adesso grazie a Jannik Sinner sta diventando un'abitudine anche per il tennis. Ma soltanto in pay o anche in chiaro? Il trionfo agli AustralianOpen, il secondo di fila, ha riaperto il dibattito. E forse indicato pure la soluzione. La finale di domenica è stata un evento, anche televisivo: quasi 3,5 milioni di persone hanno guardato la partita, col 33% di share, numeri da nazionaledi pallone. La maggior parte di questi (2,4 milioni, cioè circa i due terzi) lo hanno fatto sul canale 9 di Discovery, gratuitamente. Non era scontato, anzi, visto che da contratto i diritti appartenevano a Eurosport, dove ad esempio era stata trasmessa in esclusiva la finale del 2024 contro Medvedev, che si era fermata poco sotto i 2 milioni di spettatori. Anche dal confronto fra questi numeri (balla oltre un milione di persone) si capisce quanto sia importante ai fini della diffusione di massa dell'evento. E la portata degli interessi in gioco.

Alla trasmissione in chiaro di domenica si è arrivati soltanto in extremis e in maniera un po' rocambolesca, perché una regola che lo preveda non c'è. La lista degli eventi per cui è assicurata la trasmissione in chiaro è ferma al 2012, con dentro tanto calcio, una spruzzata di sport minori (il Girod'Italia, i gran premi di casa, il Sei Nazioni di rugby) e spettacolo (il Festival di Sanremo, la prima de La Scala, ecc.). Per il tennis prevede soltanto semifinali e finali di CoppaDavis, Fed Cup e Internazionali del Foro Italico in caso di italiani in campo. Nel 2023, anche proprio a seguito del boom della racchetta, è stata avviata una consultazione per aggiornarla: considerando che il tennis storicamente è quasi tutto in pay, si voleva allargare l'elenco. Non sono un mistero le richieste in questo senso della Federazione del presidente Angelo Binaghi, a maggior ragione dopo la sanguinosa battaglia persa contro Sky che ha tagliato fuori la sua rete Supertennis dai tornei che contano per diversi anni.

Anche sulla scorta di queste pressioni, il governo (in particolare il ministro Urso) aveva prodotto una nuovalista, a dir poco radicale: includeva infatti anche le finali e semifinali di tutti tornei Atp, compresi quelli minori, con italiani in campo. Una impostazione di stampo quasi sovietico che avrebbe di fatto espropriatoidiritti ai broadcaster, col rischio concreto di abbatterne il valore (perché nessun privato avrebbe più pagato per un'esclusiva che viene sistematicamente cancellata dallo Stato nei momenti clou). Infatti la proposta ha subito le ovvie resistenze dei licenziatari ed è stata bocciata dall'Europa, per essere riformulata e circoscritta soltanto agli Slam. Questo però ha rallentato l'iter e ha fatto sì che si arrivasse al grande evento di domenica senza un parere.

In questo caso il mercato si è autoregolamentato, trovando da solo la soluzione: la trasmissione in chiaro delle sole finali Slam con italiani in campo potrebbe essere il giusto compromesso per far felici gli appassionati senza scontentare troppo i broadcaster, che possono rifarsi grazie al pieno di ascolti e introiti pubblicitari su canali che altrimenti fanno numeri risibili. È stata la scelta di Eurosport, che in passato del resto aveva già fatto anche Sky, nel 2021, per la finale di Berrettini a Wimbledon. Il pallino ce l'ha infatti Sky per l’erba inglese a luglio. Per gli Us Open non ci sono problemi a settembre perché di Supertennis, che è già in chiaro (anche se non è detto non si ponga un tema anche sui singoli canali, perché se il principio è quello della massima diffusione, la sola Supertennis sul 64 potrebbe essere ritenuta insufficiente e la Federazione chiamata a condividere). Il caso più complesso rimane, oltre agli Australian Open, proprio il prossimo appuntamento in calendario, cioè l'attesissimo RolandGarros, perché Eurosport ha accordi di distribuzione con diverse piattaforme (Sky, Dazn, Tim, Prime): sarebbe bastato che una sola delle quattro ponesse il veto per far saltare la trasmissione in chiaro. Nessuno l'ha fatto, probabilmente per non passare da cattivo, ma non è detto che lo stesso avvenga anche in futuro. Per questo, per evitare incertezze e soluzioni variabili, una regola serve comunque, possibilmente in tempibrevi. Dopo gli Australian Open, le finali degli Slam di tennis in chiaro. Come per Champions o Mondialidi calcio, a patto che ci sia un italiano in gara. Con Sinner, ci saranno sempre ottimepossibilità.

X: @lVendemiale

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