
Strage in Sudan: attacco aereo dell'esercito su un mercato, uccisi centinaia di civili

03/25/2025 06:36 AM
Una mattanza di civili, morti in centinaia, dopo un attacco aereo dell’esercito. In Sudan, stravolto dal una guerra civile in corso da oltre due anni, un attacco aereo dell’esercito ha fatto strage in un mercato a Tora, nella regione del Darfur settentrionale. Oltre alle vittime, ci sono anche decine di feriti, spiegano Emergency Lawyers, un gruppo di avvocati volontari che sul loro profilo hanno parlato dell’attacco. Le notizie disponibili infatti sono pochissime, in uno dei conflitti più sanguinosi e meno seguiti al mondo, scoppiato il 15 aprile 2023. Su fronti contrapposti ci sono le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Rapid Support Forces (RSF): il 21 marzo il portavoce dell’esercito regolare ha dichiarato che i militari hanno riconquistato il palazzo presidenziale, sottraendolo ai paramilitari ribelli delle Rsf.
Morti e sfollati– La situazione nel Paese è drammatica: a oggi oltre 12 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, per cercare rifugio in altre regioni del paese o in quelli limitrofi come Egitto, Ciad e Sud Sudan. I prezzi delle materie prime sono alle stelle e il sistema sanitario è al collasso: un ospedale su 3 non è più operativo e il movimento di operatori e aiuti umanitari internazionali per la popolazione è molto rischioso e complicato, talvolta impossibile. Almeno l’80% degli sfollati è scappato dalla capitale Khartoum, città più colpita dai colpi bellici fin dall’aprile 2023. Secondo l’Unicef, poi, il Sudan sta vivendo la peggiore epidemia di colera degli ultimi 20 anni, con quasi 700 morti in un periodo di 6 mesi. Negli ultimi due anni le Rsf hanno ripetutamente assediato e attaccato interi villaggi in tutto il paese, e sono famigerate per i saccheggi a cui si abbandonano, così come per la violenza sessuale ed etnica. Sia loro che l’esercito sono stati accusati di crimini di guerra, tra cui uccisione di civili, il bombardamento indiscriminato delle aree residenziali e il saccheggio o l’ostruzione alla consegna degli aiuti umanitari.
Il punto – Il Sudan porta con sé decenni di instabilità, a partire dalla guerra civile del 1956 fino al genocidio del Darfur nel 2003. Tuttavia, è nel 2023 che il Paese ha vissuto la fase più cruenta della sua storia. La guerra civile, scatenatasi a seguito del golpe del 2019 che ha rovesciato il regime di Omar al-Bashir, è stata alimentata sia da interessi nazionale sia da fattori esterni, legati agli interessi economici e geopolitici della regione. Da un lato, le Rsf sono supportate dagli Emirati Arabi Uniti, interessati agli enormi giacimenti d'oro sudanesi. Dall'altro, i militari godono del sostegno dell'Egitto, che cerca di mantenere la propria influenza sul Sudan per garantirsi il controllo sul Nilo, utile a contrastare la Grande Diga del Rinascimento Etiopico, che minaccia le risorse idriche egiziane. L'Onu e numerose ong hanno sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla catastrofe umanitaria in corso, avvertendo del rischio di 2,5 milioni di morti a causa della carestia generata dal conflitto, che nelle ultime settimane ha visto un'intensificazione degli attacchi nelle aree residenziali, aggravando ulteriormente la situazione.
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