
Sull'acquisizione di Bpm la palla passa Unicredit e l'ad Orcel incassa anche l'ok al maxi stipendio

03/27/2025 04:32 PM
“Avevamo ragione noi”. Asciutto il commento del numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, sul caso del Banco Bpm che pagherà Anima a prezzo pieno, con la probabile conseguenza di perdere valore nell’operazione a monte che lo vede preda della stessa Unicredit. Tutta colpa dell’Europa, con la Banca Centrale che non ritiene che l’acquisizione della società di gestione del risparmio da parte del Banco abbia titolo per beneficiare degli sconti e benefici patrimoniali previsti dal cosiddetto Danish Compromise, mentre l’Autorità bancaria europea ha fatto sapere che non risponderà al quesito posto in merito dall’istituto. E, quindi, non fornirà alcun parere sulla questione.
Eppure per Giuseppe Castagna fino a una settimana fa era fatta: “Siamo sicuri che arriverà”, aveva detto il numero uno del Banco non più tardi di una settimana fa, parlando dell’eventuale via libera all’utilizzo del Danish Compromise nell’integrazione di Anima alla European financials conference di Morgan Stanley. Diversamente Orcel è sempre stato attendista sulla questione, che sarebbe stata cruciale per un eventuale rilancio del prezzo offerto da Unicredit ai soci del Banco per rilevare le loro quote. O, addirittura, per ritirare l’offerta.
Naturalmente i pareri dei due banchieri sono distanti anni luce anche sugli effetti che la decisione della Banca Centrale avrà sullo stato patrimoniale della banca di Castagna. Per ora l’unica cosa tangibile è che il mercato ha accorciato la distanza tra il prezzo offerto da Unicredit per il Banco Bpm e il valore del titolo della preda in Borsa. “Avevamo ragione noi a considerare l’offerta su Bpm escludendo Anima, vista l'incertezza che questo doveva comportare e oggi lo vediamo. Come noto tale offerta ha caratteristiche che potrebbero aumentare, mantenere alterato o diminuire il valore di Bpm e che ci riserviamo di valutare una volta che l'offerta di Anima sarà conclusa”, dice quindi Orcel nel giorno in cui ha anche incassato il via libera pressoché unanime dei suoi azionisti all’aumento di capitale a servizio dell’acquisizione del Banco Bpm, oltre che a tutti i punti all’ordine del giorno dell’assemblea annuale di Unicredit. Incluso il suo maxi stipendio da 13,2 milioni di euro, approvato dal 66% dei soci.
Mentre l’ad di Unicredit ribadisce che l’acquisizione di Bpm sarà portata avanti solo se se “eseguita alle giuste condizioni”, il Banco prende atto della situazione e, mentre chiede chiarimenti alla Bce, conferma che andrà avanti su Anima anche senza lo sconto patrimoniale “nel motivato convincimento della forte valenza strategica e finanziaria dell'operazione”.
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