Toyota chiude la fabbrica dopo la morte dei due operai: 850 dipendenti in cassa integrazione a tempo indeterminato

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Stabilimento chiuso fino a data da destinarsi e 850 lavoratori in cassa integrazione. La Toyota Material Handling ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori che lo stabilimento nella zona di Bargellino, dove ieri 23 ottobre c’è stata un’esplosione che ha provocato la morte di due persone, ferma tutte le attività. Le indagini per accertare le cause dell’incidente sono in corso, ma intanto domani 25 ottobre ci saranno otto ore di sciopero: proprio oggi i rappresentanti dei lavoratori avrebbero dovuto protestare per chiedere maggiore sicurezza in fabbrica, ma l’incidente ha costretto al rinvio.

La Usb “ha sottolineato la necessità di andare fino in fondo per l’individuazione delle cause e responsabilità della strage“. Secondo l’Unione sindacale di base la mobilitazione era già in programma “per sollecitare la soluzione di diverse problematiche sulle condizioni di salute e sicurezza. Soluzioni e confronti su nodi che finora sono stati sottovalutati dall’azienda”. E chiudono: “Nessuna azienda, anche quelle considerate di ‘eccellenza’, può permettersi di ignorare le richieste di maggiore sicurezza e tutela o di metterle in secondo piano rispetto alle esigenze di produttività”.

Oggi a chiedere maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro è stato lo stesso capo dello Stato Sergio Mattarella: “Non ci sono più parole per esprimere allarme e angoscia”, ha detto da Bologna. Un appello a cui si è unita la politica con un coro bipartisan, ma anche l’arcivescovo Matteo Zuppi: “Non si può morire di lavoro”, ha detto.

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