Universiadi a Torino, la cerimonia d'apertura ha riacceso in me il ricordo delle Olimpiadi 2006

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di Marco Pozzi

Lunedì 13 gennaio, all'Inalpi Arena, si è svolta la cerimonia d'inaugurazione dei Torino 2025 FISU Games, le Universiadi invernali, cioè le Olimpiadi invernali degli studenti universitari. La cerimonia – a cui ho assistito – è iniziata alla 19.30 con quasi tre ore di sfilata degli atleti in gara, esibizioni circensi, numeri di magia, giochi di luci, illusionisti, acrobati, coreografie intorno alla dipendenza digitale (col monito a staccarsi dallo smartphone, un attimo prima dell'"ora prendiamo il telefono, accendiamo le torce e accogliamo il prossimo artista"…). Particolarmente toccante è stato il concerto di Giovanni Allevi, che dalla musica dance ha portato il pubblico sulle note del pianoforte. Ha accompagnato le note con alcune parole, accostando sport e musica, entrambi spazi di meditazione, fra silenzio e respirazione, mezzi privilegiati per andare oltre i pensieri consueti, per conoscere sé stessi. In mezzo all'esalazione e alle danze, al ritmo emozionale e martellante, il concerto è stata un'oasi imprevista, lenta, commuovente.

Poi è ripresa la musica dance, la cerimonia ha ripreso ritmo. È entrata la fiaccola con l'ultimo tedoforo (Carolina Kostner), passando di mano in mano e poggiandosi su un piccolo braciere-drone che, illuminandosi, improvvisamente s'è alzato in volo nel palasport, è uscito per il corridoio e ha volato sulla città, fino ad accendere il braciere principale nella centralissima piazza Castello.

Non tutti sanno che le Universiadi sono nate a Torino, e l'Italia è il paese che ha ospitato più edizioni, cinque estive e sette invernali. I campionati sportivi universitari risalgono al 1923 e proseguono sino allo scoppio della guerra mondiale; in seguito, la ripresa avrebbe dovuto essere nel 1960 a Roma, in concomitanza coi Giochi olimpici, ma poiché gli impianti non erano pronti l'edizione si svolge a Torino, che due anni dopo avrebbe festeggiato il centenario dell'unificazione dell'Italia: partecipano 1.407 studenti-atleti da 43 paesi dai cinque continenti, sotto la nuova bandiera con la "U" circondata da cinque stelle, e sulle note dell'inno "Gaudeamus Igitur" ‒ "Viva l'accademia, viva i professori, viva qualunque membro, viva tutti i membri, siano sempre in pieno vigore!" ‒ che ancora oggi sostituisce gli inni nazionali. La prima edizione invernale si è svolta a Chamonix nel 1960, con sedici nazioni e 220 atleti per cinque discipline. Da allora le Universiadi si svolgono ogni due anni, alternando le versioni estive e invernali.

Vivo a Torino da molti anni ma non ricordo una simile attenzione sulle Universiadi. Sulle gradinate se ne parlava: molti non sapevano che fossero nate a Torino, neppure gli ex studenti dell'Università sapevano che il braciere fosse custodito stabilmente al Rettorato, e che lì, per ogni edizione, viene accesa, e parte nel suo viaggio verso la città ospitante. Qualcuno vociferava che si sia voluto rispondere in grande stile alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026, che a Torino "hanno soffiato" l'edizione; magari si sono riutilizzate idee e sperimentazioni pensate quando s'era presentata la candidatura.

Nel nostro Paese c'è sempre un po' di complottismo, qualunque evento accada; ma simili chiacchiericci sono arrivati da vari canali, un po' per gioco un po' per convinzione, ed in effetti la cerimonia di ieri, per grandiosità e ricchezza, ha acceso il ricordo ormai mitico delle Olimpiadi del 2006.

Le gare di questa XXXII edizione delle Universiadi ‒ FISU Games, dove FISU è la World University Games Winter ‒ si svolgeranno dal 13 al 23 gennaio 2025 in cinque comuni piemontesi (Torino, Pragelato, Bardonecchia, Pinerolo, Torre Pellice e Sestriere), con 11 discipline, 54 paesi rappresentati per oltre 2.000 atlete e atleti dal mondo intero, e che, per la prima volta, includeranno anche parastudenti-atleti, che gareggeranno nelle categorie Visually Impaired (disabilità visive), Standing (atleti con disabilità che sciano in piedi) e Sitting (atleti con disabilità che sciano seduti).

Le montagne dove si terranno le gare sono per i torinesi parte della città. In una quindicina di minuti si è fuori dal traffico e si hanno boschi e verde intorno, quasi si fosse già in altura. Molti possiedono seconde case, ci si va spesso d'inverno a sciare o ciaspolare e d'estate per fare trekking o passeggiare. Il parco della Mandria ogni fine settimana accoglie famiglie, che girano in bicicletta dove un tempo cacciava il re.

Le Universiadi allora sono anche un'occasione per vivere città e montagna, e in questi luoghi riflettere su competizione e cooperazione, lungo i confini labili tra abilità e disabilità (così come nella malattia, raccontata fra un brano e l'altro da Giovanni Allevi), che saranno legate strette nelle due settimane a venire; e lo saranno anche dopo, siccome dall'8 al 15 marzo, nelle stesse valli torinesi, si svolgeranno i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, con altri 1.500 atleti e atlete provenienti da 102 paesi. Una specie di lungo intreccio Olimpiadi-Paralimpiadi, con vicine manifestazioni internazionali che consentono alla collettività di esplorare nuovi significati nello sport e nella competizione umana e, attraverso ciò, come diceva il pianista, di esplorare noi stessi.

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