"Usano le mie foto per creare immagini porno. Ho denunciato ma non fanno nulla, voglio essere ascoltata": lo sfogo di Giulia Hamiti

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Quattro denunce per furto d’identità, ma la sensazione è quella di restare inascoltata. Da 7 anni Giulia Hamiti convive con l’incubo di una persecuzione social che la fa stare male al punto da dover prendere farmaci per dormire, soffre di attacchi di panico e fatica anche ad andare a lavorare.

È Fanpagea raccontare la sua storia. Nel 2017 la scoperta dell’esistenza di profili fake che su Instagram e app di incontri usano foto trafugate dal suo vero account. Elisa, Eli, Elise: tutti nomi simili che vengono usati di volta in volta e affibbiati ai diversi profili creati per rappresentare un personaggio di fantasia, ovvero una ragazza slovena che cerca altre fanciulle.

"Ho scoperto dell’esistenza di questi profili perché alcune ragazze mi hanno scritto – racconta Giulia – dopo aver chattato con questa persona ed essersi accorti che qualcosa non andava. In qualche modo sono arrivati al mio profilo e hanno capito che quelle foto erano stata prese senza il mio consenso". In un primo momento la cosa non la tocca più di tanto. Anzi, si fa pure una risata, convinta che tutto si sarebbe sgonfiato in breve tempo. Purtroppo non è così: il responsabile degli account fake rincara la dose arrivando, pochi mesi fa, a creare e caricare online centinaia di immagini pornografiche con il volto di Giulia sul corpo di altre donne.

Al momento non vi è certezza in merito all’identità della persona dietro questi profili. Giulia, però, ha fatto delle ricerche: "Dopo tanto tempo ho trovato un profilo Facebook che sembrava appartenere ad un ragazzo e ho notato che alcune foto di paesaggi caricate lì erano le stesse trovate sui vari profili fake. Mi sono fatta coraggio e gli ho scritto per dirgli di smetterla. La sua risposta? Bloccarmi e dopo due settimane ho scoperto dell’esistenza delle immagini pornografiche con il mio viso".

La giovane si è affidata all’avvocato Alfredo Maccarone, e come detto ha presentato quattro denunce alla Polizia Postale per furto d’identità. Per ora non si hanno informazioni sull’andamento delle indagini, e l’appello di Giulia lascia trasparire tutta l’angoscia che la situazione le procura: "Se una persona perseguita un’altra anche tramite social è lo stesso come se fosse dal vivo e la mia è una situazione grave e voglio essere ascoltata. Mi sento come se avessi un uomo davanti casa mia tutti i giorni".

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