Cinque temi di discussione attorno a SPAL-Sestri Levante 1-1
Ieri alle 04:55 AM
Grazie all’1-1 casalingo colto contro il Sestri Levante la SPAL rimane imbattuta nel girone di ritorno, ma il risultato contro i liguri ha lo stesso sapore della sconfitta.
Uscire dalla mediocrità? Non se ne parla
In un’epoca nella quale gli striscioni non andavano sottoposti a censura preventiva da parte delle autorità, i tifosi dell’Inter ne sfornarono alcuni decisamente originali. Uno di questi era “Non so più come insultarvi“, rivolto ovviamente a giocatori e dirigenti che avevano portato il club nerazzurro a essere spesso preso in giro per i risultati scadenti che stava producendo. La sensazione al fischio finale di SPAL-Sestri Levante era la medesima. C’era l’occasione di fare due vittorie consecutive (mancano da novembre), allontanarsi un minimo dalla zona playout e tentare di costruire un percorso diverso su quel minimo di entusiasmo generato dalla vittoria di Lucca. E invece che succede? Dopo il fortunoso gol del vantaggio ci si fa venire l’ansia contro il Sestri Levante penultimo. Non solo un’ammissione implicita di debolezza mentale, ma anche un segnale: questi siamo e l’unico orizzonte possibile è lottare per stare fuori dai playout, anche se mancano 15 partite. Ossia quasi mezzo campionato. Ma le forze per cambiare marcia non sembrano proprio esserci.
La teoria della nuvola nera non regge
Nel postpartita, tra tante altre cose, Dossena ha parlato di una nuvola nefasta (di negatività) che incide sull’umore dei giocatori e quindi sulla loro capacità di dare il meglio, anche sotto pressione. Si tratta però di una nuvola creata dalla SPAL stessa con la sua incapacità di fare un campionato all’altezza del suo nome e dei valori che (teoricamente) dovrebbero esprimere certi elementi dell’organico. In estate la tifoseria aveva messo da parte la contestazione in segno di fiducia e buona volontà, gli abbonamenti sono stati fatti, gli stipendi dei tesserati (superiori alle media della categoria) sono sempre stati pagati. Chi sta fuori dalla SPAL il suo dovere l’ha sempre fatto, compreso sabato pomeriggio con incitamenti costanti fino al 96′. E se la gente è avvelenata per il secondo campionato consecutivo di serie C trascorso nei bassifondi è davvero il minimo. Non si chiedeva di battere chi lotta per vincere il girone, ma di escludere una rivale dalla lotta per i playout. Invece nemmeno quello.
E per fortuna che c’è la vecchia guardia
Non c’è stata unanimità per la palma di migliore in campo nella partita di sabato, ma Cesare Galeotti è uscito come uno dei principali candidati. Ovvero il portiere ex-titolare, accantonato temporaneamente per fare posto a Melgrati. Il miglior marcatore stagionale è l’inossidabile Antenucci (9 centri), il secondo è Rao (5), il terzo addirittura Arena (3). Una delle sorprese positive è D’Orazio, di rientro da prestiti in sequenza. Denominatore comune? Tutti giocatori che Alex Casella ha già trovato a libro paga. Cos’hanno portato tutti i nuovi arrivi dell’estate? Tolti Mignanelli e in parte Awua (male sabato, ma utile in generale), il bilancio è desolante. Il già citato Melgrati che ha perso presto i gradi di titolare; Radrezza messo parte dall’allenatore; Karlsson e Bachini stabilmente in infermeria; Sottini oscurato da Bassoli che era in esubero; Calapai e Zammarini con un rendimento da 5,5; Ntenda oggetto misterioso; Polito già spedito altrove; e per finire l’accoppiata degli svincolati di lusso El Kaddouri e Bidaoui, con quest’ultimo che rappresenta uno degli investimenti (…) più inspiegabili dell’intera gestione. Ora c’è Buchel con la valigia pronta, ma a giudicare dalle considerazioni di Dossena a margine della gara la sua partenza non sarà poi granché utile a sbloccare nuove trattative in entrata.
Una proprietà mai così lontana
Non siamo lontanissimi dal completare un girone di campionato senza apparizioni a Ferrara dei proprietari della SPAL, ossia Joe Tacopina e Marcello Follano. L’ultima visita risale a metà ottobre, peraltro senza l’onere della trasferta a Campobasso per vedere la squadra totalmente umiliata dagli avversari. Dal 2021 non c’era stato un periodo così ampio senza almeno un punto della situazione in sede. In particolare Tacopina da martedì inizierà tre settimane di processo a Los Angeles nel caso che lo vede come difensore del rapper ASAP Rocky e quindi non avrà un singolo giorno libero. In via Copparo assicurano che i contatti sono costanti e la gestione delle questioni ordinarie non richiedono l’attenzione del capo, ma intanto i mesi passano e gli interrogativi sul futuro si affastellano. Al di là delle chiacchiere messe in giro da chi si vuole divertire, di trattative per un passaggio di proprietà non se ne vedono. E non sarebbe male capire se ci sarà un qualche tipo di futuro o sia opportuno prepararsi all’impatto tra sei mesi.
Il Carpi attende ansioso
La prossima tappa per la SPAL è il “Cabassi” di Carpi. Campo che se rievocato nel contesto dell’ultimo incrocio in gara ufficiale riporta a ricordi dolci e lontani. A meno che i biancorossi non battano la Virtus Entella capolista in questo turno, la vittoria interna manca addirittura dal 30 ottobre. Se c’è una cosa che la SPAL sa fare bene è ringalluzzire avversari che hanno bisogno di una bella scossa. Chissà se dentro lo spogliatoio se ne rendono conto e ad un certo punto intendono ribellarsi a questa fama che sta demolendo di giorno in giorno il morale di un’intera tifoseria.