ESCLUSIVA, Zazzaroni: "Juve-Cagliari? In rilievo il gol di Nico"
Oggi alle 11:19 AM
di Flavio Zane
Negli ottavi di finale di Coppa Italia, la Juventus ha superato con un netto 4-0 il Cagliari, accedendo al turno successivo nel quale la squadra bianconera sarà impegnata contro l’Empoli. Per analizzare i temi della vittoria dei bianconeri e del momento in stagione della squadra, la redazione di Juvenews.eu ha contattato in esclusiva il giornalista, direttore del Corriere dello Sport e conduttore televisivo, Ivan Zazzaroni. Di seguito la sua l’intervista completa.
Dopo le delusioni del campionato per l’ennesimo pareggio, ultimo con il Venezia, e i fischi dell’Allianz Stadium, la Juventus ha risposto con una larga vittoria contro un avversario che aveva perso solo di misura con Fiorentina e Atalanta: cosa ne pensa della prestazione generale offerta dai bianconeri? Cosa può trarre la Juve da questa vittoria?
“Conclusioni direi poche se non il gol di Nico Gonzalez. Mi sembra la cosa più rilevante; oltretutto è stato un bel gol con una conclusione che ha preso una bella velocità. Non si possono trarre chissà quali conclusioni quando c’è la Coppa Italia di mezzo agli ottavi, questo perché si incontrano squadre con urgenze diverse di classifica. Il Cagliari ha il Venezia domenica prossima: uno scontro diretto per salvarsi; queste squadre arrivano, non dico come vittime sacrificali, ma certamente con un orientamento diverso”.
Nel match, Thiago Motta ha presentato alcune variazioni nelle posizioni di Koopmeiners e Yildiz: che incidenza pensa possano aver dato al successo?
“Non bisogna prendere questa partita come se indicasse chissà quale verità. Lo avevo anche scritto un mese fa: ero curioso di vedere Koopmeiners davanti alla difesa perché per me è la sua posizione in questa squadra. Quindi direi che questo è quasi inevitabile. Yildiz per me è un trequartista; in Italia, da Recoba in avanti, i trequartisti sono stati piazzati a sinistra. In ogni caso, se sei un giocatore importante e di grande qualità non esiste la posizione”.
Le è parsa una squadra più offensiva e coraggiosa rispetto alle uscite precedenti?
“L’uscita precedente l’ha giocata in contropiede contro il Manchester City con il possesso palla tutto a quest’ultimi, quindi è evidente che è stata più propositiva. Dipende molto anche dalla qualità dell’avversario. Non saprei davvero come risponderti perché non trarrei conclusioni da questa partita: mi sembrerebbe francamente fuori luogo perché allora bisognerebbe trarre conclusioni anche dalla partita precedente con il Venezia“.
Cosa manca secondo lei alla Juve per trovare continuità di prestazioni in questa stagione?
“Non manca niente. La Juventus è una squadra che si sta formando e sta crescendo, puntando quest’anno dichiaratamente a un posto tra le prime quattro in campionato e nel fare bene in Champions. Hanno speso tanto durante l’estate perché c’era un cambiamento importante da fare, quello del cambio dell’allenatore. Thiago Motta sta facendo discretamente, ma il problema è tutto quello che ha accompagnato il suo arrivo. Ovvero, delle aspettative che non hanno senso e che, in qualche modo, condizionano anche i giudizi. Io credo che stia facendo un lavoro normale e che questo debba essere a medio-lungo termine. Capisco che alla Juventus generalmente il medio-lungo termine non è previsto, però, in questo caso, vedo che dichiaratamente lo ripetono”.
Dopo il pareggio con il Venezia, Thiago Motta ha sottolineato che le difficoltà della squadra si evidenzierebbero contro squadre votate principalmente a difendersi e non di carattere mentale?
“Questo vale per tutti. Tutte le grandi squadre hanno problemi con le piccole. Quest’ultime si chiudono e, quando una squadra lo fa con due linee di quattro, magari addirittura mettendone nove uomini, fai fatica. Questo almeno se non ha giocatori come Conceicao, i quali ti saltano l’uomo e accendono qualcosa di diverso che magari ti porta al vantaggio. Quindi non è un discorso di carattere mentale: tutte le grandi squadre fanno fatica con le piccole, in particolare con le piccole italiane perché si sanno chiudere bene. Il problema nasce quando devi proporre contro squadre del genere, mentre è meno importante quando puoi giocare in contropiede, perché la Juventus ha le caratteristiche per giocare in questo modo”.
Anche prima della partita di Coppa Italia, il direttore sportivo Giuntoli ha ribadito l’incidenza degli infortuni sul miglioramento e la crescita del gioco. Si trova d’accordo con le parole del dirigente dei bianconeri?
“Gli infortuni ci sono ogni stagione. Quando con Allegri ci sono stati un sacco di infortunati; addirittura, in una partita con il Lecce, ne aveva dieci o undici. Le grandi rose sono fatte anche per poter sopperire agli infortuni. Ad esempio, se non ci fosse stato l’infortunio di Nico, non ci sarebbe stato Conceicao. Quindi, non è una questione di essere o non essere d’accordo. Gli infortuni ce li hanno tutti. Se mi dici che Bremer è un infortunio importante, allora sì. Però ci sono tante squadre che hanno assenze importanti e devi saper gestire la squadra in modo da evitare o ridurne il numero. Questo è il normale lavoro di un allenatore e di un preparatore; non si può sempre ribadire il concetto degli infortunati”.
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