Arresto "torturatore" libico, Nordio "valuta" le accuse della Corte internazionale. Fratoianni: "Non gli compete, trasmetta atti in Procura"
Ieri alle 01:55 PM
Quando sono i migranti a finire nelle carceri libiche, tra ricatti e torture, magari dopo essere stati fermati nel Mediterraneo dalle navi regalate dall’Italia alla cosiddetta guardia costiera, il governo Meloni non fa una piega. Anzi, non perde occasione di sottolineare i rapporti col governo di unità nazionale di Tripoli e di ringraziare per il contrasto alle partenze. Proprio il rapporto con Tripoli potrebbe aver spinto il Guardasigilli Carlo Nordio a “valutare” la trasmissione formale al Procuratore generale di Roma della richiesta di arresto della Corte penale internazionale (Cpi) del cittadino libico Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri. A capo della polizia giudiziaria libica, è stato arrestato domenica a Torino. La Corte lo accusa di crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani: torture e abusi commessi nel centro di detenzione di Mitiga a Tripoli, di cui era responsabile.
Secondo l’indagine della Cpi, Almasri sarebbe al vertice del sistema detentivo che ha alimentato anche lo sfruttamento dei migranti da parte delle milizie armate. Tanto che il suo arresto non è stato digerito. Le autorità libiche, in particolare la polizia giudiziaria di Tripoli e l’istituto di pena Ain Zara Main, hanno condannato l’arresto definendolo “arbitrario” e chiedendo l’intervento del governo libico per ottenere il rilascio. Al contrario, nelle accuse che riguardano Almasri, alcune organizzazioni non governative vedono la prova della criminalità del sistema. L’arresto potrebbe portare alla sua estradizione verso l’Aja per il processo, ma prima la giustizia italiana deve valutare un corposo fascicolo. “Considerato il complesso carteggio, il ministro sta valutando ai sensi dell’art.4 legge 237/2012”, si legge appunto nella nota del ministero della Giustizia.
Ma la legge 237/2012, ribatte a stretto giro Nicola Fratoianni di Avs, dice altro. “Siamo sorpresi dalle parole “sta valutando, anche perché l’articolo 4 richiamato nella nota del ministero di Via Arenula dice che “il ministro della giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole al procuratore generale presso la corte d’appello di Roma perché vi dia esecuzione,(…)”. C’è quindi ben poco da valutare e aspettiamo dal ministero della giustizia parole chiare e inequivocabili – conclude Fratoianni – che escludano ogni possibile dubbio sul fatto che la giustizia faccia il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani”. Gli interrogativi sono molti, a partire dalla presenza in Italia di Almasri, nonostante l’ipotesi che fosse a Torino per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan di sabato sera. La vicenda potrebbe trasformarsi in una grana diplomatica, ma ancora più preoccupante potrebbe essere il processo a un alto ufficiale libico, considerato figura di raccordo tra la guardia costiera finanziata dai governi italiani e dall’Unione europea, capace di consegnare i migranti bloccati in mare alle torture delle carceri e allo sfruttamento delle milizie.
L'articolo Arresto “torturatore” libico, Nordio “valuta” le accuse della Corte internazionale. Fratoianni: “Non gli compete, trasmetta atti in Procura” proviene da Il Fatto Quotidiano.