
Avvocata denuncia concorso farsa, lo rifà e vince: "Non abbiate paura di dire 'questo non mi va bene'"

03/25/2025 07:34 AM
“Il problema di noi ricercatori è che non siamo uniti e non siamo coraggiosi. Dovremmo tutelarci e sapere quali sono i nostri diritti. È un diritto chiedere di vederci chiaro di fronte a sospetti di irregolarità. Spero di convincere altri ad alzare la mano e dire: ‘questa cosa non mi va bene'”. Stefania Flore, avvocatessa 35enne, ha vinto un assegno di ricerca di 19mila euro della Facoltà di Scienze giuridiche dell’Ateneo bolognese per studiare i diritti del minore nell'utilizzo di nuove tecnologie. Vittoria sudatissima, racconta al Corriere: è arrivata dopo la denuncia sporta contro la Commissione del primo bando a cui si era iscritta.
In quel caso la donna, con un curriculum impreziosito da dottorato, diploma di specializzazione, varie docenze a contratto e altre pubblicazioni alle spalle, si era vista superata nella classifica da una neolaureata che aveva fatto la tesi con la Presidente della Commissione che valutava i candidati, e che stava collaborando con un’altra insegnante della stessa Commissione. Un conflitto di interessi insomma, confermato dalla scoperta che i criteri di valutazione curricula venivano modificati ad hoc dopo che la Commissione già conosceva i nominativi dei candidati in lista.
Di lì la decisione di denunciare tre dei docenti componenti dell’organico di valutazione, racconta il quotidiano di via Solferino: l’esposto presentato dal suo avvocato, Marco Filippo Liscia, parla di falso ideologico in atto pubblico. Fiore aveva perso l’assegno di ricerca per soli due punti in quel primo bando sulla cui vicenda è stato aperto un fascicolo in Procura.
La vittoria di Flore è arrivata a seguito della pubblicazione di un secondo bando, questa volta più “imparziale” perché la valutazione dei candidati (e solo i candidati in possesso di dottorato) si è svolta ad opera di una Commissione composta interamente da docenti esterni a Unibo. Flore è ancora incredula: “Non mi aspettavo di vincere. Ho pensato che non si volesse lanciare il messaggio di premiare una persona che aveva dato fastidio. Poi la notizia, che mi è arrivata mentre ero in macchina, e in radio passava Heroes di David Bowie. A me è sembrato un segnale”. L’esame, spiega, si è svolto nel massimo rigore affinché “tutto venisse fatto in modo preciso”, dice al Corriere.
Alla domanda se si sente a disagio ad entrare nel Dipartimento di cui Flore ha messo in luce le criticità, l’avvocatessa ammette: “Avrei preferito passare la prima volta, ma ora che la correttezza è stata ripristinata per me non c’è problema. Certo, c’è un po’ di disagio, ma niente di eccessivo”.
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