"Chi sono io? Uno sul Titanic, come tutti. Che cerca di ballare la musichetta dell'orchestrina. Divento stronzo perché prentendo tantissimo: parla Fil
Oggi alle 06:47 AM
Filippo Timi è in tournée con "Amleto". Pièce strepitosa. In televisione è con i nuovi episodi del "BarLume", sempre su Sky. Altro successo. Sta raccogliendo gli applausi di una vita?
No, ci sono stati tanti switch: il primo premio ottenuto in teatro è stato importante, perché andava a riparare le insicurezze di non aver frequentato una scuola.
Ne ha sofferto?
Non ho neanche provato a entrarci: ero certo che non mi avrebbero mai preso.
Perché?
Troppo balbuziente.
Sindrome dell'impostore?
Che cazzo è?
La paura di venir scoperti nel presunto bluff.
Certo. Poi sono un attore e dentro di me c'è una domanda cardine.
Quale?
Se quello che sento è reale o se è solo una proiezione.
A vent'anni desiderava essere quello che poi è diventato?
Noooo, è stato tutto un inciampo. E il teatro è stato un mezzo pure per campare.
Metafora o meno?
Realtà: fino a trent'anni arrivavo al 28 del mese con qualcosa da mangiare, mentre gli ultimi giorni mi affidavo agli amici per un invito. Altrimenti non magnavo.
Luca Guadagnino, nei suoi primi anni di carriera, ha teorizzato lo scrocco artistico.
Ci vuole arte anche in questo. Io ero timido. E mi sentivo in colpa per il mio stato.
Una colpa la povertà?
Come se fosse responsabilità mia; forse uno si prende la colpa di non avere i soldi perché è troppa l'ingiustizia dello stare così.
E da grande?
È pazzesco.
Cosa?
Da giovane avevo solo i soldi per acquistare un pezzo di formaggio e quindi piagnevo un po' e ripetevo: "Uh, solo il formaggio". Oggi torno a casa, la spesa fatta, ma siccome sono stato in giro per lavoro apro il frigo ed è tutto marcio. Allora finisco a cenare con un pezzo di formaggio e piango: "Uh, ho buttato via tutto".
Sente angoscia per i soldi?
Scherza? Sempre.
Lei è su Sky anche con Dostoevskij. E i registi, i fratelli D'Innocenzo, raccontano che molti loro colleghi li avevano sconsigliati di coinvolgerla…
Non lo sapevo. Perché?
La sua fama è: un po' stronzo, un po' primadonna, balbetta e non ci vede. Loro sostengono: "È l'attore più generoso con il quale abbiamo lavorato".
(Ride, realmente) Che bello.
Torniamo alla prima parte.
Ci sono state produzioni nella quali sono stato un po' stronzo, magari perché non ho saputo gestire delle difficoltà. E quando non so chiedere aiuto, divento stronzo perché lo pretendo. Lo so, è sbagliato.
S'impara.
Poi divento stronzo perché pretendo tantissimo e quando sono in un lavoro lo vivo come fossi a casa mia.
E casa sua?
La pulisco e sto attento a ogni piattino, a ogni tazzina.
Fa le pulizie?
Sì, ho solo una signora che viene due volte la settimana; (silenzio) siccome non ci vedo un cazzo, quando lavo per terra mi metto in ginocchio.
Cenerentola.
Infatti, cambiamo discorso, non ce la posso fare.
Ci vede così poco?
Il centro è cieco.
In scena non sembra.
Uso gli altri sensi.
E l'accusa di "primadonna"?
Ma se uno è il protagonista deve esserlo.
Per Pino Strabioli con lei in scena si "vedono" Carmelo Bene e Paolo Poli.
Due miti, due forme espressive, due femminilità-maschili in scena. Carmelo Bene disse: "L'attore è la femminilità portata a coscienza". Proprio per sottolineare l'atteggiamento in scena di accoglienza, che è differente da un atteggiamento gasmaniano di dirompenza, di affermazione.
Sono suoi riferimenti.
Poli più per un'affettività, per la grazia; Bene è stato il cattivo maestro: quando l'ho visto ho desiderato essere lui; poi ho sognato diventare Demetrio Stratos, Lorella Cuccarini, Mina, Marilyn Monroe.
Cosa intende per "cattivo maestro".
Il maestro è cattivo ed è giusto che sia così: ti mostra un universo inarrivabile. È suo.
È disciplinato?
Tantissimo.
È consigliabile.
No, obbligatorio.
Vizi?
Nessuno, al massimo la cioccolata.
Follia?
Ho solo del caos.
I suoi d'accordo con lei attore?
I patti erano chiari: se restavo in casa dovevo andare a lavorare con papà e portare i soldi, altrimenti cazzi miei. Ho scelto i cazzi miei.
È tornato il BarLume…
Su quel set c'è un affetto familiare: ci siamo adottati l'un con l'altro; nella mia vita nessun rapporto è durato quanto il BarLume.
Un appuntamento da dieci anni.
Il bello è che ci stimiamo tutti: guardo Corrado Guzzanti e rido, anzi quando gira lui, e non tocca a me, vedo lo stesso sul set per godermi lo spettacolo.
Per strada la chiamano mai Viviani, come il suo personaggio nella serie tv?
A Milano.
Solo a Milano?
Perché a Roma vado meno in giro; (ride) una volta ero al supermercato con Lucia (Mascino, anche lei nella serie tv) e una signora con un sobbalzo ci ha detto: "Oddio, Viviani e Fusco insieme".
Lei e Mascino avete un rapporto strettissimo.
Sono gay, quindi è perfetto.
In Amleto si definisce bisex.
Niente definizioni.
Una critica che la offende.
Se mi danno del superficiale.
Lei chi è?
Uno sul Titanic, come tutti. Che cerca di ballare la musichetta dell'orchestrina.
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