"E' un ricatto, disinteresse per chi lavora": Umbria e Sardegna contro Valditara sul ridimensionamento della rete scolastica

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Le Regioni ribelli non ci stanno alla richiesta del governo di destra di aderire al ridimensionamento della rete scolastica entro il 24 di gennaio. Anzi. Sia l'assessore regionale all'Istruzione dell'Umbria Fabio Barcaioli sia la collega della Sardegna, Ilaria Portas, parlano di un "ricatto" da parte del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara pronto ad elargire una serie di misure agevolate solo a chi aderirà alla riorganizzazione del sistema prevista dalla riforma inserita nel Pnrr. Valditara nei giorni scorsi è stato chiaro: tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti potranno usufruire della possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti; della salvaguardia del contingente Ata per l'anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento. Una proposta che Sardegna e Umbria trovano non accoglibile. "La richiesta di tagliare due autonomie scolastiche a ridosso dell'inizio delle iscrizioni per l'anno scolastico 2025/26 è un attoinaccettabile, che denota un approccio arrogante e privo di visione – si legge in una nota di Barcaioli -. Una simile decisione imposta con tempi così irragionevoli, non tiene conto delle esigenze concrete delle comunità scolastiche e dimostra un totale disinteresse per chi opera ogni giorno per garantire un diritto fondamentale come l'istruzione. Agire in questo modo, a una settimana dall'apertura delle iscrizioni, non è solo insensato, ma mina profondamente la fiducia nei confronti delle istituzioni".

L'assessore umbro non ci sta alla premialità avanzata da Valditara: "Questo ricatto, mascherato da incentivo, non è altro che l'ennesima dimostrazione di un atteggiamento autoritario e privo di strategia. Piuttosto che investire in risorse per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnanti, il ministro propone tagli indiscriminati accompagnati da premi per pochi eletti. È l'ennesima linea di governo che calpesta i diritti di studenti e lavoratori, svendendo la scuola pubblica".

L'Umbria ha formalmente richiesto al ministero il riconteggio delle autonomie scolastiche basandosi sui dati reali degli iscritti, che sono quasi duemila in più rispetto alle stime attuali. "Su questa richiesta – aggiunge Barcaioli – aspettiamo con attenzione la sentenza del Tar, chiamato in causa dalla Campania, per ristabilire criteri più equi e rispettosi delle esigenze territoriali".

La musica non cambia a Cagliari dove l'assessorato all'Istruzione della Regione guidato da Ilaria Portas è in fermento per dar battaglia a Valditara: "Siamo di fronte ad un ricatto bello e buono che viene fatto alle Regioni perché se ci adeguiamo al numero del ministero avremo le premialità altrimenti saremo puniti. Impugneremo questo decreto. E' l'ennesimo schiaffo alle Regioni", dice l'assessora. Da Roma arriva la richiesta di passare da nove a sei accorpamenti ma la giunta non ne vuol sapere tant'è che proprio a fine anno aveva approvato una delibera contro il Governo. E' stato presentato un dimensionamento di soli sei istituti invece che nove. La scelta è ricaduta sui comprensivi del primo ciclo, dello stesso Comune o di Comuni vicini tra loro, con un numero di alunni e alunne mai superiore alle 1300 unità, come da linee guida recentemente approvate. Si è scelto di non agire sul secondo ciclo di istruzione per non incidere ulteriormente in situazioni nelle quali la percentuale di dispersione scolastica è già alta, e dove in questi anni sono stati effettuati degli accorpamenti tra indirizzi di studio non omogenei che rendono difficoltosa la gestione. Toscana e Campania sono in attesa, invece, dei pronunciamenti dei tribunali amministrativi.

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Nella foto in alto | Da sinistra Portas, Valditara, Barcaioli

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