Ferrovie del sud est a Fs: atto illegittimo per il Consiglio di Stato. E ora la storia si ripete

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Il Consiglio di Stato ha stabilito, nell’agosto del 2024, che i 70 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2016 per il salvataggio di Ferrovie del sud est (all'epoca in regime di commissariamento dopo il crac) e il trasferimento di Fse a Ferrovie dello Stato sono stati atti illegittimi. Fse è la seconda rete ferroviaria italiana con 1.400 km di rete, dopo Rfi. Il ricorso delle società "Arriva Italia", Ferrotramviaria e Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi (Cotrap) contro Mit e Fsi è stato accolto perché i giudici hanno ritenuto illegittimi sia il trasferimento delle Sud Est a Ferrovie dello Stato sia il finanziamento di 70 milioni di euro in quanto aiuto di Stato non autorizzato dalla Ue.

Il trasferimento di Fse a Fs è avvenuto in violazione dei principi di concorrenza in quanto attuato senza gara. In questi giorni, come in un gioco dell’oca, si torna indietro, optando per la stessa soluzione bocciata dal Consiglio di Stato. Ancora una volta il Ministero, il monopolista ferroviario – le Fs – con la raggiante Regione Puglia hanno già "preparato", in questi giorni, una soluzione che aggira le normative e lascia tutto come prima. Così anche il secondo crac di Fse (il primo era avvenuto nel 1985) verrebbe risolto.

Il "trucchetto", per lasciare tutto invariato, è semplice. Le Ferrovie Sud Est (dirette dalle Ferrovie dello Stato) hanno presentato al Tribunale di Bari una richiesta di concordato "in bianco" a cui seguirà la presentazione di un accordo con i creditori (le Fs). Il gruppo Fs, per effetto della sentenza, è diventato creditore di Fse per circa 160 milioni. Ha deciso di non ricapitalizzare Fse, imponendo la strada della procedura di gestione della crisi per tornare al punto di partenza. Il piano anti crisi punta all'internalizzazione dei servizi attualmente svolti da Fse nelle società del gruppo Fs e al pagamento dei creditori. Fs valorizzerebbe i suoi asset operativi di Fse (ferro, gomma, rete) e li acquisirebbe a titolo di compensazione del proprio credito nei confronti della società stessa. Per gli addetti (1.500) e per i pendolari non cambierebbe nulla (nemmeno i ritardi e i disservizi quotidiani), fanno sapere dalla Regione e dal Ministero dei trasporti: visto che, con questo iter, la società continuerà a produrre i servizi in attesa della conclusione dell’iter giudiziale intrapreso fino alla scadenza del contratto di servizio con la Regione nel 2032.

Dietro il pretesto dell'emergenza occupazionale, della continuità aziendale e dei servizi ferroviari continuerà a mantenere distanti dalle medie comunitarie gli indici di efficienza dei trasporti pubblici pugliesi e a non far tesoro dei gravi errori commessi durante una gestione che guardava più al consenso politico e sindacale (consociativismo) e agli affari (gestione dell’ex commissario Fiorillo) piuttosto che ai destinatari dei servizi: i pendolari. Tant’è vero che l'ex amministratore unico di Ferrovie del Sud Est, LuigiFiorillo, è stato condannato a 10 anni di reclusione dal Tribunale di Bari con le accuse di bancarotta fraudolenta e di alcuni episodi di distrazione e dissipazione del patrimonio societario, avvenuti tra il 2001 e il 2015.

Se non fa stupore che i Ministeri diretti da Giorgetti e Salvini assecondino il gruppo Fs nel suo ruolo di monopolista pubblico, stupisce che la Regione assecondi questo percorso e rinunci alla gara per altri 7. Le gare nel nord Europa hanno cambiato faccia ai trasporti ferroviari regionali, aumentando l’utilizzo del treno, la produttività e la qualità dei servizi senza alcun terremoto "sociale", applicando la clausola sociale che prevede, in caso di cambio del gestore che rimangano gli stessi organici, le stesse retribuzioni e la stesa normativa contrattuale in vigore.

Il gruppo Fs si è distinto in questi anni per essere il compratore, gestore e "salvatore" di aziende decotte quali l'Ataf di Firenze e Umbria Mobilità ampliando la propria posizione dominante su molte aree (mercati) regionali. In questo senso va letto il pessimo matrimonio lombardo con le Fnm che ha fatto nascere Trenord e con l'ingresso in Tper, gestore della rete ferroviaria emiliano-romagnola. Il silenzio dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti e dell’Antitrust italiana è assordante.

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