Travaglio a La7: "I miliardari che oggi sono ai piedi di Trump fino all'altro ieri erano al servizio di Biden". Botta e risposta con Giannini

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Botta e risposta a Otto e mezzo (La7) tra il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio e l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini sulla futura presidenza americana di Donald Trump e sul supporto dei capi del big tech, da Elon Musk a Mark Zuckerberg fino a Jeff Bezos.

Giannini parte dal discorso ufficiale tenuto dal presidente degli Usa all’Inauguration Day presso la Rotonda del Campidoglio: “Il rito al quale abbiamo assistito oggi introduce l’Occidente in una fase completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto finora e che io definirei della post-democrazia. Oggi abbiamo visto la plastica rappresentazione di una nuova plutocrazia. Non è neanche un’oligarchia, ma una plutocrazia – continua – ci sono 12 miliardari nella squadra di Trump. Questa è la tecno-destra che si accinge a riscrivere le regole sulle basi delle quali noi abbiamo esercitato finora le nostre prerogative di libertà democratica”.

“Segnalo che la plutocrazia che oggi era ai piedi di Trump – commenta Travaglio – fino all’altro ieri era ai piedi di Biden. E andava bene a tutti. Perché nessuno parlava di tecno-democratici anziché di tecno-destra? Sono gli stessi. E sono gli stessi che godono di favori fiscali pazzeschi e che semplicemente per opportunismo in questo momento si sono buttati su Trump “.
“Ma Musk è un ministro, è diverso”, insorge Giannini.
Non è un ministro, ha un altro incarico – replica Travaglio – Il primo a buttarsi su Trump è stato Musk, ma solo perché è stato preso a calci nel sedere da Biden, che lo ha attaccato quando il tycoon era sostenitore e finanziatore dei democratici. Ricordo che Musk aveva criticato durissimamente Trump per le politiche sul Green Deal. Sono gli stessi. I big tech sono nati tutti nella culla dei democratici, mica con Trump. Adesso improvvisamente fanno paura perché stanno con Trump, ma non c’è niente di nuovo sotto il sole”.

Il direttore del Fatto si sofferma poi sulla definizione che Giannini ha dato della nuova era trumpiana: “Purtroppo, come già il fascismo, anche la post democrazia la stiamo inventando noi in Europa. In America hanno votato, noi abbiamo annullato le elezioni in Romania e delegittimato quelle in Georgia perché ha vinto quello sbagliato. Stiamo minacciando sanzioni alla Georgia perché non vota come vorremmo noi. Quindi, stiamo attenti a dare patenti agli altri quando il problema ce l’abbiamo in casa“.

E aggiunge: “In realtà, la risposta che dovremmo dare è alla domanda: ma l’Europa come affronta il fenomeno Trump? Siamo sicuri che se non ci fosse la Meloni l’Europa sarebbe compatta? Dov’è l’Europa compatta? L’Europa sull’Ucraina ha 5 posizioni diverse. Trump sa benissimo che potrà prendere uno a uno i capi dell’Europa perché non sono mai stati così divisi e perché semplicemente l’Europa non esiste. Ciascuno andrà a contrattare per sé. Ed è quello che vuole Trump, perché l’Europa non è mai stata così ridicola come in questo momento“.
Travaglio conclude: “L’Europa sta già pagando tributi agli Usa per l’energia. Oggi Confindustria parla di una stangata da 10 miliardi, ma il caro energia ce lo stiamo procurando da soli con delle sanzioni demenziali che danneggiano noi e favoriscono il gas americano”.

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