Il paragone di Zaia: "Pista da bob? Come il Guggenheim". Poi attacca i "portasfiga che pregavano per l'insuccesso"

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Con un'iperbole smisurata il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, celebra la discesa dei primi bob nella pista di Cortina d'Ampezzo, costruita a tempo di record (ma non ancora finita) in vista delle Olimpiadi invernali 2026. "Questo è un monumento alla follia perché ci dicevano che era una follia pensare di costruirla. Invece c'è riuscito il folle amministratore delegato Fabio Salvini". Che non stia nella pelle, dopo aver rischiato il peggiore patatrac della sua lunga carriera politica, lo si capisce dalla sobrietà con cui continua. "Questa pista sarà visitata come il Museo Guggenheim, verranno tutta a vederla… Oggi qui mancano i portasfiga che si auguravano tutti i giorni che non si facesse nulla". Se ci aggiungiamo il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, che ha paragonato la nuova "Eugenio Monti" alla cupola del Brunelleschi (concludendo con un ambiguo "Evviva chi non molla mai"), il quadretto della politica festante è completo. A volere fortissimamente l'opera, che costerà 125 milioni di euro, è stato Zaia che ha lanciato l'idea fin dall'inizio, proponendosi di celebrare antichi fasti veneti, le medaglie d'argento conquistate settant'anni fa dal "rosso volante". Infatti quello che venne indicato come un semplice rifacimento venne inserito nel dossier di candidatura. Nel 2019 era indicata una spesa di 46 milioni di dollari, che la regione Veneto aveva promesso di affrontare con risorse proprie. Poi il costo è triplicato e ci ha pensato il governo a correre in soccorso al Veneto, accollandosi tutta la spesa. La pista è stata contestata non solo per l'imponente finanziamento, ma anche per l'impatto ambientale e per la prevedibile difficoltà di mantenerla in attività, dopo le Olimpiadi, visto l'esiguo numero di praticanti di bob, skeleton e slittino in Italia.

Clima di festa ai piedi di ciò che resta del bosco di Ronco, abbattuto per far posto al cantiere dell'Impresa Pizzarotti. Si sono mescolati i lavoratori (di 21 nazionalità) con gli atleti saliti a Cortina per effettuare i primi test. Mentre parlavano le autorità, sono cominciate le discese, con grande soddisfazione per gli atleti.

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