
Jabil pronta a licenziare 410 lavoratori a Marcianise. L'Usb: "Sarà rabbia operaia"

03/25/2025 12:07 PM
Jabil è pronta a far scattare il licenziamento di 410 dipendenti dello stabilimento di Marcianise. Da domani, 26 marzo, quando si concluderanno i termini della procedura, riaperta nelle scorse settimane dopo un primo ritiro, la società potrà agire a mani libere. La multinazionale statunitense dell'elettronica è intenzionata a tirare dritto chiudendo nel peggiore nei modi una vertenza che va avanti da quasi dieci anni. “Nessuna soluzione istituzionale quindi, nessun passo indietro da parte di una multinazionale arrogante e senza scrupoli. Davanti a quest'atto infame possiamo solo dire che senza soluzioni potrà che esserci solo che la rabbia operaia”, avvisa il sindacato Usb che rappresenta la quasi totalità dei lavoratori della fabbrica casertana.
“Non può esserci deresponsabilizzazione istituzionale – continua l’Unione sindacale di base – Chi non risponde è semplicemente complice o succube dell'azienda e questa per noi ed i lavoratori è l'ora di decidere da che parte stare”. La richiesta del sindacato è rivolta al ministero delle Imprese e del Made in Italy affinché convochi subito l’azienda: “I licenziamenti vanno fermati. Si apra subito un tavolo di confronto serio, a bocce ferme, che permetta l'individuazione di un soggetto industriale credibile in grado di rilevare l'azienda sulla base di un piano serio, a vocazione industriale e con una affidabilità e autonomia economica comprovata”.
Jabil ha acquistato lo stabilimento nel 2015 dalla Ericsson. All’epoca contava oltre 300 lavoratori e negli anni a Marcianise si sono raggiunti i quasi milledipendenti in organico. Sembrava un rilancio stabile, invece sono via via iniziati i tagli con gli americani che lamentavano difficoltà nel reperire le commesse. Nel maggio del 2020, in piena pandemia Covid, la società aveva annunciato il licenziamento di 190 dipendenti nonostante il divieto previsto allora dal decreto Rilancio. Così, tra esodi incentivati, un uso massiccio di cassaintegrazione e processi di reindustrializzazione che hanno coinvolto altre aziende che Jabil ha anche pagato per assumere i propri dipendenti, tra cui Softlab e OreficeGroup, negli anni sono andati via oltre 500 lavoratori.
Le reindustrializzazioni sono però fallite – gli oltre 200 finiti in Softlab sono sempre in cassa integrazione, mentre i 23 riassunti in Orefice sono stati poco dopo licenziati – e si è arrivati così ad aprile2024, quando Jabil ha annunciato la cessazionedell'attività a Marcianise e in Italia da marzo 2025. Nei mesi scorsi azienda e sindacati si sono confrontati più volte al Ministero del Lavoro e al Mimit, la Jabil ha proposto ai lavoratori un altro progetto di reindustrializzazione, che è stato bocciato. I dipendenti non hanno voluto per questi ultimi sei mesi neanche la cassa integrazione e l'azienda si è irrigidita obbligando gli addetti a smaltire ferie e permessi. I lavoratori hanno chiesto a Jabil di restare, l'azienda non ha mai preso in considerazione tale richiesta. E dopo una prima procedura di licenziamento ritirata, ora sembra intenzionata a chiudere la vertenza senza alcun tipo di trattativa.
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