
L'intelligenza artificiale cambierà anche la formazione dei dipendenti: ecco i nuovi percorsi

03/26/2025 04:23 AM
di Maria Elena Iafolla*
Se l'intelligenza artificiale ha già cominciato a trasformare il momento della selezione del personale, anche la formazione dei dipendenti si avvia verso un cambio di paradigma radicale. Con algoritmi capaci di analizzare bisogni formativi, ritmi di apprendimento e risultati ottenuti, l'IA sta ridisegnando il modo in cui le aziende preparano e aggiornano le proprie risorse umane.
Il principio di fondo prevede la costruzione di percorsi formativi personalizzati, flessibili, interattivi e capaci di adattarsi nel tempo, con l'obiettivo di aumentare l'efficacia delle iniziative di upskilling e reskilling, ottimizzare i costi e rispondere più rapidamente ai cambiamenti del mercato. A ciò si aggiunga la possibilità di delegare all'intelligenza artificiale lo sviluppo dei contenuti formativi di base, lasciando agli esperti umani il compito di perfezionare e personalizzare i dettagli e dunque il ruolo strategico di previsione e programmazione.
Apprendimento personalizzato e in tempo reale
Uno dei vantaggi più evidenti – e di maggiore impatto – dell'intelligenza artificiale nella formazione è la possibilità di costruire contenuti su misura: in base al livello di competenze iniziali, agli obiettivi professionali e persino allo stile cognitivo del singolo dipendente, le piattaforme di apprendimento intelligenti selezionano moduli, esercizi e materiali aggiornati, adattando la difficoltà e il ritmo della formazione in tempo reale.
I sistemi più avanzati sono in grado anche di fornire feedback immediati, segnalare i punti deboli su cui lavorare e suggerire approfondimenti, come una sorta di tutor virtuale sempre presente. Alcuni strumenti, già oggi, riescono a generare automaticamente quiz, video e test di valutazione a partire da contenuti aziendali esistenti, aggiornandoli secondo le esigenze più recenti.
Gamification, chatbot e ambienti immersivi
Per mantenere alto il coinvolgimento dei partecipanti – da sempre una delle sfide principali in ambito formativo – molte soluzioni basate su IA ricorrono a tecniche di gamification, simulazioni interattive e chatbot intelligenti capaci di rispondere a domande o simulare scenari di lavoro. L’obiettivo non è solo rendere la formazione più "piacevole", ma anche più efficace, sfruttando i principi dell'apprendimento attivo. In alcuni casi, l'intelligenza artificiale si combina con realtà aumentata e realtà virtuale per creare ambienti immersivi in cui esercitarsi in sicurezza, ad esempio in ambito sanitario, industriale o nella gestione delle emergenze. Questo permette di effettuare formazione in sicurezza, preparando i lavoratori a situazioni pericolose o stressanti.
La sfida (già attuale) della misurazione
Resta importante per le aziende capire se – e quanto – l'investimento nella formazione potenziata dall'IA porti risultati concreti. Per questo, un ulteriore fronte su cui l'intelligenza artificiale sta dimostrando la propria utilità è l'analisi dei dati, permettendo di monitorare in tempo reale i progressi individuali, confrontare i risultati pre e post formazione, calcolare il tempo necessario per acquisire nuove competenze o, ancora, valutare l'impatto sulla produttività o sulla soddisfazione lavorativa. Il passaggio successivo è quello di collegare, tramite l'IA, i programmi formativi a metriche aziendali chiave, come la produttività o la soddisfazione delle persone, dimostrando un impatto diretto sugli obiettivi strategici.
Opportunità sì, ma anche attenzione ai rischi
Come in ogni ambito dell’applicazione dell'IA nel mondo del lavoro, non mancano le criticità. L'uso intensivo di dati personali, l'automazione dei percorsi formativi e la possibilità che strumenti opachi influenzino scelte strategiche sollevano interrogativi di natura etica, giuridica e organizzativa. Accanto alle questioni, di cui abbiamo già scritto, su privacy, governance, tutela dei diritti, ne restano aperte altre strettamente correlate al ruolo della formazione: chi decide, dunque, gli obiettivi formativi? Qual è il ruolo dei formatori "umani"? Quanto spazio è lasciato alla creatività di chi progetta i percorsi e all'empatia della presenza in aula?
L'intelligenza artificiale può certamente essere una leva potente per migliorare l'apprendimento in azienda, anche come supporto ai lavoratori più fragili o in situazioni critiche o pericolose, ma va usata con consapevolezza, trasparenza e nel rispetto della dignità delle persone, senza rinunciare al fondamentale rapporto umano, alla competenza e alla sensibilità dei docenti.
* Avvocato, esperta di diritto delle nuove tecnologie, privacy e intelligenza artificiale. Presidente dell'associazione Digital Forensics Alumni e membro del Board sull'uso etico delle tecnologie emergenti per l'innovazione urbana della Città di Torino.
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