La difesa comune europea è un trucco o un mostro: per me la manifestazione di sabato va rifiutata

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La debacle della segretaria del Pd al Parlamento Ue, dove nessuno del suo partito ha votato no al riarmo, è dovuta anche alla inconsistenza furbesca delle sue posizioni. Schlein afferma di essere contraria al piano di riarmo di 800 miliardi di Ursula von der Leyen, perché sarebbe distribuito tra i singoli eserciti nazionali, mentre si dichiara favorevole alla cosiddetta difesa comune europea.

Ma cosa vuol dire davvero difesa comune e da chi l'Europa dovrebbe difendersi e contro chi dovrebbe armarsi? Su questo il documento del Parlamento Europeo è chiarissimo: i nemici sono la Russia, la Cina e i loro alleati, ai quali bisogna sottrarre l'Africa e ogni paese che subisca la loro influenza. Mai un intento neocoloniale così sfacciato si era letto in un documento della Ue, una copia perfetta del linguaggio di Trump. E a proposito di Trump, la vulgata liberaldemocratica accredita la tesi che il riarmo, o la difesa comune, siano rivolti sia contro Putin che contro il presidente Usa. Balle in malafede.

Ursula von der Leyen ha detto che il riarmo è con la Nato e nella Nato, come del resto ha chiesto Trump. E infatti la spesa militare dovrebbe raggiungere almeno il 3% del Pil, come tappa verso quel 5% indicato dal presidente Usa. E l'Italia è ancora sotto il 2%. La critica agli Usa non è nel documento sul riarmo, ma in quello sull'Ucraina di cui si è parlato molto meno. Qui, con l'approvazione del Pd, si lamenta che gli Usa abbiano avviato trattative di pace con la Russia invece che rafforzare l'impegno militare a sostegno dell'Ucraina. Insomma sull'Ucraina la Ue sta a destra di Trump, mentre sul riarmo gli obbedisce. E la difesa comune europea, al di là di ogni ipocrisia, è una scelta bellicista pericolosa per la pace mondiale.

Ma veniamo alla obiezione di Schlein sul fatto che i soldi per il riarmo non dovrebbero essere spesi per gli eserciti nazionali. Questo vuol dire che se ci fosse un esercito europeo il riarmo andrebbe bene, magari perché farebbe risparmiare qualcosa con le economie di scala e con la standardizzazione dei carri armati e dei missili? È una questione di efficienza?

Romano Prodi, sostenitore del riarmo, ha detto che se ci fosse stato un esercito europeo la Russia non avrebbe attaccato l'Ucraina.

Lasciamo perdere la stupidità muscolare di queste parole e andiamo alla sostanza della proposta: un esercito senza uno stato democratico europeo che lo diriga. C'è solo un precedente di una istituzione simile: l'euro. Quando fu varato, i liberal-democratici spiegarono che esso avrebbe spinto l'Europa verso il benessere e la democrazia. Si possono avere giudizi diversi sulla moneta unica, ma è certo che con essa non è aumentato il benessere, mentre sicuramente è diminuita la democrazia. Che, come disse a suo tempo Mario Draghi, è stata sottoposta al "pilota automatico". Lo vuole l'Europa è stato il mantra che ha accompagnato i tagli alle pensioni, alla sanità, ai servizi pubblici, ai diritti del lavoro e ai salari.

Ora immaginate un "lo vuole l'Europa" comunicato da generali con la divisa blu e le stellette comunitarie. Immaginate un esercito europeo che funzioni come la Commissione Ue, come la Banca Centrale Europea, come tutte le istituzioni comunitarie "indipendenti". Con un Parlamento Europeo che, per quanto oggi sia una camera reazionaria pressoché introvabile, si è visto sottratto, nel nome dell'emergenza, persino il potere di approvare il piano di riarmo. Un esercito europeo, nella Unione Europea reale e non in quella dei sogni, o è irrealizzabile o sarebbe una spada di Damocle golpista e guerrafondaia sulla testa di tutti i popoli del continente. La difesa comune europea o è un trucco che serve a coprire opportunismi e viltà, oppure è un mostro da combattere.

Per questo la manifestazione convocata da La Repubblica è da rifiutare e da contestare. Perché tutti coloro che andranno lì, indipendentemente da dichiarazioni e intenzioni, saranno usati da Ursula von der Leyen come sostegno al piano di riarmo. Per fortuna in contemporanea a Roma in Piazza Barberini c'è un'altra manifestazione, che ripudia il riarmo, l'economia di guerra e la guerra, comunque presentati e mascherati.

Come sempre, quando la storia accelera e la guerra avanza, bisogna scegliere se stare con i guerrafondai o contro di essi, o di là o di qua. Chi sta in mezzo si riduce a nulla.

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