Migranti, Nordio: "I giudici d'Appello sono più garantisti". I 26 presidenti delle Corti: "Dare a noi le competenze un disastro annunciato"
Oggi alle 03:43 PM
“Le Corti di appello per definizione sono composte da giudici più anziani e quindi presumibilmente ancora più garantisti di tutti gli altri giudicanti di merito”. Così, ospite di Bruno Vespa a Cinque minuti su Rai 1, il ministro della Giustizia Carlo Nordio spiega la proposta della maggioranza, contenuta in un emendamento di FdI al decreto flussi, di togliere alle Sezioni immigrazione dei Tribunali – considerate politicizzate – la competenza a decidere sulle convalide dei trattenimenti dei migranti, attribuendola ai giudici di secondo grado. Lunedì i 26 presidenti delle Corti d’Appello di tutta Italia hanno scritto una lettera alle massime cariche dello Stato lanciando un nuovo preoccupato allarme sull’iniziativa, definita “un disastro annunciato” che renderà “irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr” e “determinerà un'ulteriore recrudescenza dei tempi e dell'arretrato dei processi”. Ma per Nordio non è vero, anzi succederà il contrario: “Nell'emendamento si prevede invece una riduzione delle competenze delle Corti d'Appello proprio per quanto riguarda i reclami contro le decisioni sui migranti”, reintrodotti peraltro dal governo con lo stesso decreto Flussi. “Quindi tutto sommato il loro lavoro viene sgravato”, afferma.
Nella lettera, resa nota con un comunicato stampa, i presidenti delle Corti auspocano che “il Parlamento” eviti “simili gravi esiti” anche perchè – sottolineano – le modifiche alla legge oggi proposte “verrebbero attuate in via d'urgenza (le convalide vanno decise entro 48 ore, ndr) a organici invariati e senza risorse aggiuntive“. E alle dichiarazioni di Nordio risponde anche l’Associazione nazionale magistrati, l’organismo di rappresentanza di giudici e pm, per bocca adel suo segretario Salvatore Casciaro: “Strano si faccia appello al garantismo, quando proprio le decisioni garantiste, di rinvio pregiudiziale per dubbio sulla compatibilità con la disciplina Ue delle Sezioni specializzate immigrazione, sono state aspramente contestate da esponenti politici. Meglio dire le cose come stanno, e cioè che non è il garantismo la molla per procedere al sovvertimento delle competenze in materia, ma l'inconfessabile auspicio di un cambio di giurisprudenza. Ciò non è in linea col principio di separazione dei poteri e con il rispetto della giurisdizione, pur declamato a parole”.
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