"Non riesco a girare la macchina": Lawson, lo scambio con Tsunoda e il paradosso Red Bull

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Possiamo oramai chiamarlo il paradossoRedBull: possedere la Academy più fertile della F1 e non riuscire a trovare una seconda guida performante per il proprio team. Le parole sono importanti: pilota non performante non significa pilota non valido di per sé, perché scorrendo tutti i guidatori macinati dal team di MiltonKeynes ci si imbatte in validissimi manici quali AlexanderAlbon, che quest'anno sta finora dando la paga a CarlosSainz in una Williams rifiorita, o SergioPerez, sbertucciato in maniera esagerata nonostante una carriera comunque di pregio, o ancora PierreGasly, altro elemento che nelle giuste condizioni il risultato riesce a portarlo a casa. Certo, c'è stato anche il flop DanielKvyat, al quale rischia di avvicinarsi pericolosamente LiamLawson, quasi certo del taglio prima del GP di Suzuka. La fonte è il De Telegraaf, da sempre molto vicina all'entourage di MaxVerstappen, che ha parlato di imminente switch con YukiTsunoda, promosso nella casa madre e rimpiazzato in Racing Bulls proprio dal pilota neozelandese.

"Abbiamo un disperato bisogno di punti", ha commentato ChristianHorner al termine della gara di Shanghai. La Red Bull per ora è stata una squadra declinata al singolare, ovvero dipendente esclusivamente da Verstappen per la classifica costruttori. Se in Australia, al debutto, Lawson ha concluso con un botto sotto la pioggia, potendosi comunque consolare col fatto che anche guide esperte quali Sainz e FernandoAlonso si erano fatte fregare dalla pista bagnata, in Cina l'intero week-end è stato un calvario: ultimo in qualifica, sedicesimo in pista (poi passato dodicesimo per squalifiche e penalità varie), un passo gara lontanissimo anche solo dai margini della zonapunti. Un incubo rappresentato dai vari team radio di Lawson nel corso della gara, caratterizzata da problemi di bilanciamento, scarsa trazione in uscita, pochissimo feeling con le anteriori, fino al tombale (al giro 54): "Non riesco a girare la macchina".

Verstappen era più veloce di Lawson di oltre un secondo a giro pur montando pneumatici più vecchi ma, sinceramente, nessuno si aspettava o pretendeva il neozelandese a livello del quattro volte campione mondiale. Il problema riguarda quella terra di mezzo che separa le prime posizioni della classifica dal resto della griglia, ed è lì che la Red Bull si aspettava di trovare Lawson, nello stesso ruolo che svolge Andrea Kimi Antonelli per Mercedes. Invece, siamo ai livelli del peggior Perez, quello declinante dell'ultima stagione, con il paradosso però che il taglio in questo caso arriva dopo soli due Gran Premi, di cui uno sul bagnato, nonché proprio in vista di una delle piste meglio conosciute dal neozelandese, quella del Giappone, già frequentata nel 2023 durante la sua campagna di Super, sia nello stesso anno in F1 con AlphaTauri. Ma a evidenziare ancora di più quanto la situazione attuale della Red Bull sia frutto di un cattivomanagement deriva dalla scelta del sostituto, Tsunoda, ossia il pilota bocciato lo scorso autunno perché non ritenuto caratterialmente pronto (perché sulla velocità e sul percorso di crescita dello stesso nessuno nutre dubbi) per sopportare la pressione di correre per un team così importante.

Una simile operazione lancia un messaggiochiaro: la Red Bull non sceglie il pilotamigliore, ma la soluzione di riserva, quindi, di fatto, il meno peggio (nella loro ottica). Questo lancia molti dubbi sulla natura del processo decisionale alla base della scelta del pilota nel team di Milton Keynes. Scuderia che, come noto, non è propriamente costituita da un blocco monolitico che viaggia nella stessa direzione. Non vanno dimenticati i vari centri di interessi che gravitano attorno alla Red Bull, in primis quello della Honda, che smania di vedere un pilota giapponese tornare a podio dopo 13anni, e quale migliore occasione per passare all'incasso di quella fornita dal rendimento di Lawson? Il quale, amaramente ma con grande lucidità, dopo le qualifiche del GP di Cina aveva detto di necessitare "dell'unica cosa che non posso avere: tempo". Anche se poi è tornato spavaldo affermando di aver sempre battuto Tsunoda in qualunque categoria lo aveva affrontato, e quindi di sentirsitranquillo. Ma il giapponese rimane l'unica opzionepercorribile, salvo non si voglia coprirsi di ridicolo e andare a chiedere alla Alpine il suo terzo pilota, FrancoColapinto. Perché, tra le nuove leve, Isack Hadjar ha appena cominciato il suo apprendistato in VCARB, mentre il quotatissimo Arvid Lindblad è fresco di passaggio in F2 e non può essere assolutamente bruciato.

Una cosa è certa: il cambio non renderà felice Verstappen. La RB21 non è la macchina che si aspettava. La Red Bull ha dato priorità alle prestazioni della vettura, anteponendo il carico aerodinamico all'equilibrio necessario per una monoposto guidabile, che senza dubbio è veloce ma anche bizzosa, difficile da bilanciare e da domare. Le indicazioni fornite dall'olandese nella passata stagione non sono state pienamente recepite, nonostante lui, da fuoriclasse autentico, il risultato riesca sempre a portarlo a casa, pur non mancando di far trapelare la propria insoddisfazione, vedi la battuta a Melbourne sul team satellite più veloce di quello ufficiale o le frecciate cinesi ("per vincere ho bisogno che tutte le macchine davanti a me si ritirino"; "ci sarebbe servita una 6 Ore di Shanghai per il podio, visto che più la gara andava avanti e più eravamo competitivi"). La seconda guida invece diventa un caproespiatorio per i difetti della vettura. Cambiarla dopo due gare significa la volontà del team di proseguire con questa politica, anziché cercare all'interno, nelle pieghe della progettazione, le cause delle mancateprestazioni.

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