Padre ubriaco dopo 30 birre guida il camion con la figlia di 2 anni: muoiono nel fiume dopo un incidente. La madre disperata: "Non guidate se avete be

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Si sarebbe messo alla guida ubriaco, insieme alla figlia piccolissima, di soli 2 anni, ma non si sarebbe fermato allo stop imposto dagli agenti di polizia e, durante la fuga, il suo camion si sarebbe ribaltato, portando alla morte di entrambi. Sarebbe questa la storia di Cristopher Johnson, 44 anni, e di sua figlia Addison, che, nel marzo 2020, sono morti dopo un tragico incidente stradale, causato, presumibilmente, dallo stato alterato in cui si trovava il padre, cui tasso alcolemico sarebbe stato tre volte superiore ai limiti consentiti dalla legge. A quasi cinque anni di distanza dalla tragedia, la mamma della piccola Addi, Janelle Sharbutt Jones, lavora per sensibilizzare le persone sui pericoli della guida in stato d’ebbrezza, specialmente nelle occasioni festive come il Capodanno.

Il giorno dell’incidente, Johnson avrebbe preso la figlia dall’asilo perché malata. E dopo aver rassicurato la moglie, Cristopher si è messo alla guida. Ma un amico di famiglia pare avesse avvistato l’uomo mentre acquistava alcolici in un supermercato e avrebbe quindi avvisato la moglie che, a quel punto, avrebbe contattato le autorità per un controllo di sicurezza. La pattuglia avrebbe trovato Johnson in un campo vicino al fiume Little Walnut, in Kansas, completamente ubriaco e con in grembo la bimba, che non era seduta, invece, nell’apposito seggiolino di sicurezza. Dalle prime ricostruzioni sarebbe emerso che l’uomo avrebbe bevuto oltre trenta birre prima di mettersi alla guida insieme alla figlia neonata. Gli agenti, quindi, hanno provato a portar via la bambina, ma Johnson si sarebbe dato alla fuga, portando con sé sua figlia. Ma durante l’inseguimento, il camion con a bordo il 44enne e la bambina di 2 anni sarebbe uscito di strada e si sarebbe ribaltato, precipitando nel fiume. Cristopher è stato trovato, morto, nell’abitacolo del camion, solo dopo un’ora e mezza di assidua ricerca da parte delle squadre di soccorso. Il corpo della figlia, invece, è stato rinvenuto un mese dopo, ad aprile, ancora intrappolato in una diga costruita da castori. Secondo gli agenti, la piccola Addi sarebbe stata sbalzata fuori dal finestrino quando il camion è precipitato e sarebbe quindi finita nel fiume, presumibilmente trascinata dalla corrente fino alla diga in cui, poi, è stata ritrovata.

“Addison e suo padre sono finiti nel fiume a causa di scelte sbagliate fatte sotto l’effetto dell’alcol“, dichiarò Janelle in un’intervista a KWCH 12News. A quasi cinque anni dalla morte della bimba, la donna continua a lavorare per sensibilizzare le persone sulla guida sotto effetto di alcolici: “Parlo perché spero di poter evitare che almeno una persona viva quello che ho vissuto io“, aveva spiegato su Facebook. Un monito ribadito ancora una volta il giorno di Capodanno, durante i quali i vari festeggiamenti avrebbero potuto aumentare il rischio di incidenti causati dalla guida in stato d’ebbrezza. Per questo motivo, la stessa Janelle si è offerta di guidare per evitare che qualcuno, ubriaco, potesse mettersi al volante. “Per favore, se guidate non bevete. Se qualcuno ha bisogno di un passaggio, chiamatemi! Pensate ad Addi e ricordate la sua storia”, ha scritto Janelle.

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