
Plastilina negli scarichi e rubinetti aperti: chi ha allagato la scuola? Ce lo racconta La Catastrofica Visita allo Zoo, il nuovo libro di Joel Dicker

03/25/2025 12:13 PM
C’è una domanda che uno proprio non deve farsi prima di leggere La Catastrofica Visita allo Zoo di Joel Dicker: come mai lo svizzero non ha scritto un altro (bel) thriller e si è dedicato a un libro per ragazzi (che poi è per tutti)? Se uno si chiede questo, parte con una specie di ghigno incattivito e trae conclusioni scontate: ‘Ha finito l’ispirazione’, ‘le cose migliori di fanno sotto i 30 anni’, e così via. Mica detto che non sia vero, ma diamo a Dicker il beneficio del dubbio quando ci spiega come mai si sia buttato in una storia così: “Ho cercato, con modestia e umiltà, di scrivere un libro che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino, dai sette ai centoventi anni. Con i vostri figli, il vostro coniuge, i vostri genitori, i vostri vicini, i vostri colleghi”. Ambizione ce n’è. È dunque riuscito nell’impresa? Sì, si può dire di sì.
Intanto, di che parla La Catastrofica Visita allo Zoo? “La mia scuola si chiama la scuola dei Picchi Verdi. È una scuola speciale, dove si mettono i bambini che non vanno nelle altre scuole. Mi piace la mia scuola. È molto piccola perché c’è soltanto una classe“: così inizia il racconto di Joséphine, narratrice ormai adulta che ricorda quando, da bambina, si è ritrovata protagonista degli “avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre“.
Il meccanismo catastrofico si aziona quando la scuola di Joséphine viene allagata in modo doloso: qualcuno mette della plastilina dentro gli scarichi dei lavandini e li lascia aperti per un intero fine settimana. Ecco che arriva l’elemento thriller, nemmeno troppo all’acqua di rose. Chi ha interesse ad allagare la classe dei bambini speciali? Tra i compagni di Joséphine c’è Artie, “che è ipocondriaco e pensa sempre di avere ogni sorta di malattia” e poi Otto “che ha dei genitori che vivono ognuno in una casa diversa” e anche Yoshi, “che non parla mai. Ma mai mai” e ci sono anche Giovanni e Thomas, la maestra che si chiama “la signorina Jennings” – sempre scritto così – e il direttore della scuola. Una delle cose più insolite, nella lettura de La Catastrofica Visita allo Zoo, è il fatto di ritrovarsi a ridacchiare, tra l’altro ad alta voce. Mica che uno si scompiscia (tra l’altro meglio così perché sarebbe una scena grottesca, sbellicarsi alle lacrime rompendo il silenzio della lettura come in preda a convulsioni). Si ridacchia per esempio quando arriva sulla scena del ‘crimine’ il capo dei pompieri e non ne azzecca una.
“Caso archiviato: è stato il piccoletto muto che ha intasato tutto a forza di lavarsi le mani e…”
La signorina Jennings si è arrabbiata: “Non ci si dovrebbe riferire a qualcuno in base alla sua disabilità!”
“Oh, non si può più dire niente!”, ha replicato il capo dei pompieri, esasperato.
“Insomma, un po’ di dignità!”, lo ha rimproverato la signorina Jennings.
“Per concludere”, ha proseguito il capo dei pompieri, “i lavabi erano di certo intasati da un po’ e il piccoletto fuori di testa, che ha paura di tutto, ha convito i compagni…”
“Si può sapere a chi dà del ‘fuori di testa’?”.
La leggera tensione che si crea tra adulti un po’ sprovveduti (e qualche volta un po’ coglioni) e i bambini speciali torna più volte nel corso di una storia in cui si alternano situazioni di tutti i giorni ma anche momenti impensabili, quasi fantastici, non necessariamente positivi. I grandi e i piccini si confrontano su diversi temi, per dirne uno sulla democrazia che “sembrava bella – scrive Dicker/Josephine – ma un po’ complicata“. Perché con la classe allagata i bambini speciali devono andare nella scuola dei bambini normali e c’è da imparare a convivere, non nel mezzo di una, ma di diverse catastrofi. La visita allo zoo è il culmine di una serie di disastri e, insieme, è la risoluzione del caso e la celebrazione di un amore. Va da sé che il romanzo è scritto bene, anzi di più. Dicker ha deciso di dedicarsi alla scrittura per ragazzi (il settore, pur con una lieve flessione, resta trainante nel mercato del libro).
Il libro dello svizzero si è piazzato molto bene nelle classifiche francesi, dove è uscito lo scorso 4 marzo, e pure qui non scherza (è arrivato il 17, edizioni La Nave di Teseo). Le recensioni degli utenti non sono sempre positive ma si torna al punto primo: le aspettative. Se uno vuole La verità sul caso Harry Quebert, bene che riprenda in mano il libro (o il kindle) e ricominci a leggere quello. Perché La Catastrofica Visita allo Zoo è un’altra faccenda: ci si passano due serate insieme, si pensa che forse piacerebbe a nostro nipote ma pure al nostro babbo che ha perso l’abitudine di leggere, peccato, e si finisce per addormentarsi con buoni pensieri.
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