Raid su Gaza: altri 25 morti. Attentato nel nord di Israele: due morti. Kallas: "Riprendere i negoziati"

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Continuano i raid israeliani sulla Striscia, quasi dopo una settimana dopo la fine della tregua, mentre Hamas ha “risposto positivamente” alla nuova proposta presentata dall'Egitto per per cercare di far ripartire la tregua con Israele. L'organizzazione, ha spiegato un funzionario egiziano, rilascerebbe cinque ostaggi vivi, tra cui un cittadino israelo-americano, in cambio del permesso di Israele a far entrare aiuti umanitari nella Striscia e per una pausa nei combattimenti di diverse settimane. Israele rilascerebbe anche centinaia di prigionieripalestinesi. Intanto, aumentano i morti: nella notte, riferiscono gli ospedali che hanno soccorso le vittime, sono stati uccisi 25 palestinesi, tra i quali ci sono diverse donne e bambini. Tra i morti portati nell’ospedale Nasser anche Ismail Barhoum, responsabile degli affari finanziari di Hamas: secondo Idf operava all'interno del complessoospedaliero in seguito a “un'ampia attività di raccolta di informazioni” e ha affermato che sono state utilizzate “munizioni di precisione” per attenuare i danni. Intanto l’Idf continua la sua operazione di terra: alcuni video, rilasciati dai militari, mostrano colonne di carri armati e veicoli corazzati per il trasporto delle truppe che vanno in direzione nel sud, mentre la divisione 36 ha iniziato a prepararsi dopo mesi di attività operativa nel nord.

E mentre a Gaza continua il massacro dei palestinesi, nel nord di Israele, nei pressi di Yokneam, un uomo, poi morto dopo essere stato ferito gravemente dalla polizia israeliana, ha tentato di investire dei civili a una fermata dell'autobus, poi è uscito dal suo veicolo con un fucile e ha aperto il fuoco. Diversi civili che si trovavano alla fermata sono rimasti feriti dopo essere stati investiti dal mezzo e uno di loro è morto. Le riprese diffuse dai media mostrano l'aggressore che corre con un fucile lungo l'autostrada che attraversa la valle di Jezreel e spara a un veicolo in transito. L'uomo poi cade a terra dopo essere stato colpito dagli agenti della polizia di frontiera giunti sulla scena.

Anche l’Europa spinge per la ripresa dei negoziati, ritenuti “la sola via praticabile per porre fine alle sofferenze da entrambe le parti. La violenza chiama violenza. Assistiamo ad una escalation pericolosa, che sta provocando un'incertezza per le famiglie degli ostaggi e morte e orrore per il popolo palestinese”, ha detto l'Alta Rappresentante dell'Ue Kaja Kallas, in conferenza stampa in Israele a fianco del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar. La “sicurezza” di Israele, continua Kallas, “è estremamente importante per l'Unione Europea. Gli israeliani devono potersi sentire al sicuro nelle proprie case. Israele ha diritto di autodifesa contro gli attacchi terroristici, che provengano da Hamas, dagli Houthi o da Hezbollah. Tuttavia le azioni militari devono essere proporzionate”. Gli attacchi israeliani in Siria e Libano, aggiunge Kallas, “rischiano un'ulteriore escalation. I passaggi fondamentali sono la riaffermazione del cessate il fuoco, la garanzia del rilascio di tutti gli ostaggi e la ripresa del flusso di aiuti umanitari a Gaza, con l’obiettivo di un cessate il fuoco permanente”. L'Unione Europea, assicura, “può aiutare, sia riattivando la nostra missione al valico di frontiera di Rafah, sia fornendo maggiore assistenza umanitaria”. Con il ministro Gideon Sàar “abbiamo avuto una discussione molto franca. E' difficile guardare al futuro quando cadono le bombe, ma dobbiamo mantenere viva la speranza”, conclude.

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