
Razzi Hezbollah su Israele, Netanyahu: "Attaccare decine di obiettivi". Libano: "Rischiamo nuova guerra"

03/22/2025 07:46 AM
Il lancio di razzi verso il territorio israeliano dal sud del Libano, area controllata in parte dal movimento Hezbollah, ha portato a una veloce escalation nella mattinata di sabato 22 marzo. L’Aeronautica israeliana ne ha intercettati tre diretti verso la zona di Metula, al confine settentrionale di Israele. Non sono stati segnalati feriti o danni sul territorio. Si è poi appreso i razzi lanciato erano cinque in totale, di cui due caduti in territorio libanese. Si tratta del primo attacco di questo genere dal dicembre scorso. Immediata la reazione del governo israeliano, con l’Idf (Israeli Defense Forces) che ha risposto con un intenso bombardamento di artiglieria contro obiettivi nel sud del Libano. Secondo i media del Paese, una donna è rimasta uccisa durante uno degli attacchi israeliani. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha dichiarato che Israele non avrebbe tollerato nuovi attacchi dalla zona libanese e ha ribadito che qualsiasi aggressione sarebbe stata punita con forza, accusando il governo libanese di essere responsabile per quanto accaduto sul suo territorio. “Lo Stato del Libano ha la responsabilità di rispettare l’accordo (di cessate il fuoco, ndr). Non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell’Home Front Command”, si legge in un comunicato. Insieme al ministro, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato l’attacco a “decine di obiettivi terroristici” nel sud del Libano, puntando a colpire infrastrutture legate a Hezbollah. In un comunicato, il governo israeliano ha avvertito che Israele “agirà in ogni modo per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e delle località nel nord del Paese”.
Preoccupata la reazione delle autorità libanesi. Il primo ministro Nawaf Salam ha lanciato un allarme, avvertendo che la situazione rischia di sfociare in una nuova guerra che danneggerebbe gravemente il Libano e il suo popolo. Salam ha chiesto maggiore intervento da parte delle Nazioni Unite e ha ribadito che solo lo Stato libanese ha il diritto di decidere sulla guerra e sulla pace. In risposta alle incursioni israeliane, l’esercito libanese ha rafforzato la propria presenza nella regione meridionale, pattugliando la zona e avviando indagini per identificare i responsabili dei lanci di razzi. Le forze armate libanesi hanno anche individuato e disinnescato postazioni improvvisate per il lancio di razzi, presumibilmente utilizzate da Hezbollah. Le operazioni israeliane sono proseguite con raid aerei nel sud del Libano, soprattutto nella zona di Nabatiyeh e nelle vicinanze della città di Khiam, dove sono stati esplosi proiettili di artiglieria israeliana. Anche i villaggi di confine di Houla, Markaba e Kfar Kila sono stati presi di mira dalle forze israeliane, mentre le truppe di terra dell’Idf sono intervenute in alcune zone montuose per rastrellare e neutralizzare eventuali minacce. Nel frattempo, è stato riferito che aerei israeliani hanno sorvolato la zona orientale del sud del Libano, mentre le difese israeliane avrebbero intercettato altri razzi diretti verso il nord di Israele.
Il conflitto ha sollevato anche forti reazioni politiche in Israele, dove le opposizioni hanno accusato il governo di Netanyahu di non essere in grado di garantire la sicurezza del paese. Avigdor Liberman, leader del partito di opposizione Yisrael Beytenu, ha commentato l’escalation su X (ex Twitter), sottolineando la minaccia alla sicurezza nazionale proveniente dai vari fronti di conflitto. “Razzi da Gaza, Yemen e Libano in un giorno. Il primo ministro del 7 ottobre è una minaccia alla sicurezza di Israele”, ha scritto riferendosi a Netanyahu. Anche l’Unfil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, si dice preoccupata. “L’Unifil è preoccupata per la possibile escalation di violenza a seguito del rilevamento di quattro proiettili lanciati intorno alle 7:30 dal Libano verso Israele nelle vicinanze di Metula, che hanno scatenato l’immediata ritorsione da parte dell’Idf”, ha scritto su X. “La situazione rimane estremamente fragile e incoraggiamo entrambe le parti a mantenere i propri impegni. Le forze di pace dell’Unifl rimangono in tutte le posizioni”.
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