
Sarebbe piaciuta la grande festa di compleanno a Pino Daniele? A Palazzo Reale di Napoli la grande mostra "Spiritual"

03/20/2025 11:49 AM
Gli eroi devono morire giovani per entrare per sempre nel cuore collettivo che ancora batte forte per il Che Guevara del Neapolitan Sound morto d'infarto a 60 anni. Avrebbe dovuto fare un trapianto, il bypass non bastava, Si legge ancora nelle carte: "Con un soccorso più veloce, forse, poteva sopravvivere". Fa rabbia. Quest'anno avrebbe compiuto 70 anni.
"Non so neanche come sia nato Pino Daniele, come è nato come autore…nella mia città tra l'inferno e il cielo", é la scritta che ci accoglie all'ingresso della mostra Spiritual inaugurata oggi a Palazzo reale con il ministro della cultura Giuli che racchiude l'essenza più profonda del mondo artistico di Pino Daniele, evidenziando le connessioni con il blues, jazz, soul, e quella musica nera americana le cui radici si intrecciano con la spiritualità di Madre Africa. Di certo se non fosse nato a Napoli non avremmo avuto il Genius loci di Napulé é… che é diventato l'inno della città. Nessun artista in Italia, non Lucio Dalla con Bologna, o Fabrizio De André con Genova o Antonello Venditti con Roma aveva avuto un rapporto così simbiotico con la città d'origine.
Pino è nato figlio del popolo, é morto da rock star. E pensare che lui non voleva cantare, voleva fare il chitarrista, suonare e basta. E invece si trovò a inventare quel genere anglo/napolitan/dialettale che faceva vibrare le note. E' diventato immortale con i suoi hit, abbattendo confini geografici e culturali. Ogni titolo di canzone una metafora esistenziale: Chi tene 'o mare, Basta 'na jurnata ' sole, Je so' pazzo, Dimmi cosa succede sulla terra, The Desert in my mind… Una mostra per ripercorrere una storia artistica e umana unica la cui eredità va ben oltre la musica.
La prima parte della mostra dal titolo Terra mia ripercorre la storia di Pino Daniele che negli anni '70 fiuta i fermenti sociali e la contestazione giovanile e una "grotta" di tufo della Sanità dall'acustica quasi perfetta sarebbe diventata la culla del Neapolitan Power dove sperimentava, improvvisava e fondeva generi dove la musica batteva nelle mie tempie, nei polsi, nelle vene, scrive nei suoi appunti.
La seconda parte della mostra si chiama Le radici e le ali ed é un caleidoscopio sulla sua carriera dal 1977 al 2014, con esposizione di jukebox, chitarre e vinili come il triplo disco d'oro, praticamente l'oscar della musica, il più alto riconoscimento allo straordinario Tour con Francesco De Gregorio, Fiorella Mannoia e Ron ( si' e si stenta a credere che sia quel Ron adesso ridicolizzato da Crozza). Disco d'oro voleva significare la vendita di 150mila copie di dischi venduti. I numeri cambiano con la crisi delle etichette discografiche. Oggi un disco d'oro vale appena 25mila copie ( ascolti digitali compresi). I suoi look anche erano iconici come la sua K-Way d'ordinanza, mimetica, esposta nel studio di registrazione ricostruito come allora.
L'articolo Sarebbe piaciuta la grande festa di compleanno a Pino Daniele? A Palazzo Reale di Napoli la grande mostra “Spiritual” proviene da Il Fatto Quotidiano.