Calderone, le rivelazioni sulla laurea scatenano le opposizioni: "Venga a chiarire". Lei si smarca sui social

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“Chiediamo al presidente Rizzetto la convocazione urgente della Commissione lavoro per audire la ministra Calderone e il Rettore dell’Università degli studi Link”. Così in una nota congiunta i deputati Arturo Scotto, Valentina Barzotti e Franco Mari,
rispettivamente capogruppo Pd, M5S e Avs in commissione Lavoro alla Camera. “Le rivelazioni del Fatto Quotidiano – prosegue la nota -, segnalano incongruenze e conflitti di interessi nel percorso universitario della Ministra. Finora non conosciute. Il curriculum di un esponente del governo è una cosa seria. Pretendiamo trasparenza e verità innanzitutto in Parlamento”.

Una laurea che l’allora presidente dei consulenti del lavoro avrebbe conseguito sostenendo più esami in un solo giorno, molti di domenica, nell’ateneo dove il marito Rosario De Luca sedeva del cda. Non solo: il diploma della triennale mancherebbe all’appello. Contattata dal Fatto, la ministra del Lavoro non aveva risposto, decidendosi a commentare l’indomani, sabato 22 marzo, via social. “In relazione al mio percorso universitario, mi preme ricordare che ho ottenuto la laurea triennale in data 12.11.2012 e quella magistrale in data 26.07.2016. Oggi un quotidiano ha trovato la prova della mia laurea, ossia il libretto universitario. Nel quale ci sono esami sostenuti lo stesso giorno e più esami superati a distanza ravvicinata. Come credo sia accaduto a molti universitari. In quanto studente-lavoratrice, ero una fuori corso. Questo significa che è stata tutt’altro che una laurea presa in fretta e furia”. Ricorda poi di essere “iscritta all’ordine dei consulenti del lavoro dal 22.11.1994, mentre l’obbligo di laurea è stato introdotto solo a partire dal 2010”. “Quanto agli esami sostenuti nel fine settimana, è la normalità in caso di corsi dedicati agli studenti-lavoratori. Orgogliosamente – conclude – posso affermare che lavoro (e studio) da più di 30 anni”.

Parole che non sembrano aver convinto le opposizioni. “Le rivelazioni sulla laurea della ministra ci interrogano e ci preoccupano. Troppe incongruenze, ombre e conflitti di interesse emergono sul percorso che ha portato al conseguimento del titolo di studio da parte di chi oggi guida il dicastero del Lavoro. E’ bene che la ministra chiarisca subito. Non c’è bisogno della laurea per fare il ministro, ma per presiedere l’ordine dei consulenti del lavoro ad esempio sì. In ogni caso la trasparenza del curriculum vitae resta un obbligo quando hai un ruolo pubblico”, attacca Scotto. “In un Paese normale, Marina Elvira Calderone non dovrebbe nemmeno trovarsi nella posizione di doversi dimettere, perché non avrebbe mai dovuto essere nominata ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali. Mentire sulla propria laurea è un atto che mina la credibilità delle istituzioni, è un’offesa a chi ha studiato una vita intera e rappresenta un insulto alle persone per bene. La scelta di affidarle un ruolo così importante è un errore che pesa interamente sulla Meloni”, ha scritto sui suoi canali social il deputato M5S Agostino Santillo: “Ministra con la laurea della domenica: pensate un po’ dove siamo arrivati”.

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