"Sono innocente e tranquillo. Torno al lavoro, è il momento di farsi vedere": le parole di Andrea Sempio a "Chi l'ha visto?"

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“Io sono innocente. Con questa storia non c’entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene”. Andrea Sempio, 37 anni, torna a difendersi pubblicamente, questa volta ai microfoni di “Chi l’ha visto?“, nell’ultima puntata della trasmissione di Rai 3 andata in onda il 19 marzo. È lui il nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco. Un caso che, a distanza di 17 anni, torna sotto i riflettori, tra punti oscuri e incongruenze.

Il 37enne è stato avvicinato dal giornalista Vittorio Romano nel parcheggio del centro commerciale dove lavora e ha ribadito la sua innocenza: “Dal punto di vista legale sono tranquillo, dal punto di vista mediatico la cosa mi sta pesando un pochino di più”, ammette Sempio, travolto da un’ondata di attenzione mediatica dopo la notizia della nuova indagine. “È il momento di tornare. È il momento di farsi vedere”, aggiunge, spiegando la sua decisione di tornare al lavoro dopo qualche giorno di ferie. Sempio, che all’epoca del delitto aveva 19 anni ed era amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, era già stato indagato nel 2017, ma la sua posizione era stata archiviata. Ora, la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ha riaperto il caso, iscrivendo nuovamente il suo nome nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio in concorso. La nuova svolta nelle indagini è legata al Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi: nel 2017, una consulenza genetica presentata dalla difesa di Alberto Stasi (condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio) aveva indicato il profilo di Sempio come compatibile con quel materiale biologico. All’epoca, gli inquirenti avevano sentito Sempio, ma avevano poi chiesto e ottenuto l’archiviazione dal gip, escludendo “qualsiasi responsabilità”.

Ora, però, la stessa Procura ha deciso di riaprire il caso, disponendo nuove indagini e il prelievo coatto del tampone a Sempio, per un confronto diretto con il Dna trovato sulla scena del crimine. I magistrati Stefano Civardi e Valentina De Stefano, infatti, ritengono che il contatto tra Sempio e Chiara Poggi sia stato “diretto” e non “mediato”, come sostenuto invece dalla difesa del 37enne (i legali Massimo Lovati e Angela Taccia), che ha sempre giustificato la presenza delle tracce di Dna con il fatto che Sempio frequentasse la casa dei Poggi e utilizzasse il computer nella stanza di Chiara. “Io con questa storia non c’entro nulla, sono innocente e adesso lasciamo che le autorità facciano il loro corso”, ribadisce Sempio ai microfoni di Rai 3. E alla domanda se Alberto Stasi sia innocente, risponde evasivamente: “Andrà tutto a posto”.

Un punto fermo, nella sua versione dei fatti, è il sostegno della famiglia Poggi: “Con Marco mi sento ancora”, afferma Sempio. E aggiunge: “La famiglia Poggi crede in me? Assolutamente sì, su quello mai stati dubbi”. Nei prossimi giorni, la Procura stabilirà le modalità del confronto del DNA, con la partecipazione dei consulenti della difesa. Un passaggio cruciale per le indagini, che potrebbero portare a una nuova verità sull’omicidio di Chiara Poggi, o confermare l’estraneità di Andrea Sempio, che continua a proclamarsi innocente.

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