Stellantis, Elkann teme i dazi e vede Trump: "Condivido il suo impegno per l'industria auto". E annuncia nuovi investimenti negli Usa
Oggi alle 02:38 PM
Make Stellantis great again. Come era chiaro fin dalle primissime battute del post Tavares, John Elkann si concentra sugli Usa per rilanciare la casa automobilistica e, temendo i dazi, corre subito a bussare alla Casa Bianca. Le vendite globali del 2024, del resto, hanno risentito in particolare del pessimo andamento negli Stati Uniti, mercato chiave per l’azienda, e così il presidente del gruppo – ora a capo del comitato ad interim che gestisce la transizione verso il prossimo amministratore delegato – muove le sue pedine in America.
Negli scorsi giorni, Elkann ha visto Donald Trump almeno due volte e ora Stellantis prende l’iniziativa annunciando investimenti negli Usa. Una mossa chiara in vista della possibilità che il nuovo inquilino della Casa Bianca imponga dazi sulle auto assemblate all’estero. Ad annunciare la destinazione di risorse alle fabbriche americane è stato il chief operating officer del Nord America Antonio Filosa in una lettera ai dipendenti d’Oltreoceano. Mosse, spiega, che rientrano nel “nostro impegno a investire nelle nostre attività negli Stati Uniti per far crescere la nostra produzione automobilistica qui”.
È lo stesso alto dirigente a ufficializzare l’incontro tra il tycoon ed Elkann, durante il quale – spiega – il numero uno di Stellantis ha voluto “condividere il nostro entusiasmo per il suo forte impegno nei confronti dell'industria automobilistica statunitense e per tutto ciò che ciò significa per l'occupazione americana e per l'economia in generale”, ha scritto Filosa ai dipendenti. Insomma, Trump si prepara a stroncare l’import di autovetture dall’estero ed Elkann applaude correndo ai ripari. “Intendiamo portare avanti tale eredità rafforzando ulteriormente la nostra impronta manifatturiera negli Stati Uniti e fornendo stabilità alla nostra grande forza lavoro americana”, ha aggiunto Filosa.
La casa automobilistica si muove quindi in vista dei possibili dazi al 25% nei confronti dei prodotti provenienti da Canada e Messico, dove il gruppo ha quattro fabbriche in totale per l’assemblaggio di auto a marchio Ram, Jeep e Chrylser. Diverse stime quantificano che da questi stabilimenti esca il 40% delle auto vendute da Stellantis negli Stati Uniti. Da qui la previsione che il grosso degli investimenti previsti si concentrerà sugli impianti statunitensi di Belvidere, Toledo e Kokomo.
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