Tadej Pogacar e tutti i delusi della Milano-Sanremo. Una Classicissima che può diventare un tabù

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La notizia di oggi è che Tadej Pogacar parteciperà alla Parigi-Roubaix. Un cambio di programma dettato dalla recente "sconfitta" alla Milano-Sanremo? Quel che è certo è che lo sloveno assaggerà per la prima volta le pietre dell'altra classica Monumento che manca al suo arco. Vincere "nell'inferno del Nord" potrebbe essere il modo migliore per scacciare i demoni che l'ultima Milano-Sanremo può aver lasciato nella mente di Tadej.

Dodicesimo, quinto, quarto e due volte terzo. Non do i numeri ma sono i piazzamenti di Tadej Pogacar alla Sanremo. Tolto quello a ridosso della top ten colto all'esordio nella Classicissima, a 21 anni, se l'è sempre giocata sul traguardo di via Roma senza, ancora, riuscire a cogliere il successo. Una storia di tentativi che stride con l'istinto killer dello sloveno che, solitamente, vince quello che vuole. Una striscia che più si allungherà più potrebbe diventare tabù.

Le caratteristiche della Milano-Sanremo sono note e purtroppo per Tadej si addicono più a corridori che al momento sono riusciti a seguirlo quando ha fatto il forcing per poi batterlo sul traguardo, o ad anticiparlo in discesa. Il terzo posto di quest'anno è forse quello più amaro, perché se prima della linea d'arrivo abbiamo visto qualcosa di inedito lo dobbiamo a lui. Merito agli avversari attenzione, ma lui dovrà sempre e inventarsi qualcosa per conquistare questa corsa.

Potrebbe rientrare nel gruppetto dei campioni specialisti delle classiche che non hanno la Sanremo nel palmarès? Il rischio c'è ma la compagnia sarebbe di altissimo livello e, nel suo caso, esclusiva se facciamo anche il sottogruppo di plurivincitori di "Monumento" e Grandi Giri.

Quest'ultimo conta solo due nomi: a fare compagnia a Tadej c'è Bernard Hinault. Il francese (2 Liegi, 2 Lombardia e una Roubaix), alla Sanremo non andò oltre un settimo posto nel 1979 e poi tanti ritiri. Diciamo che se "il Tasso" forzò sé stesso inseguendo con successo la Roubaix nonostante odiasse il pavé, la Classicissima gli è rimasta indigesta. Il nostro Moreno Argentin, re di quattro Liegi, un Fiandre e un Lombardia, fece terzo nel 1982 ma è il secondo posto del 1992, bruciato da Sean Kelly, il rimorso più grande.

A completare quel podio un altro grande cacciatore di classiche, il belga Johan Museeuw (3 Fiandre e 3 Roubaix), che con quel terzo posto colse il miglior piazzamento in undici partecipazioni alla Milano-Sanremo. Michele Bartoli, vincitore di due Lombardia, due Liegi e un Fiandre non andò mai oltre il quinto posto (nel 1995 e nel 1998).

Quattro Roubaix e tre Fiandre per Tom Boonen che nel 2010 dovette soccombere allo spunto di Oscar Freire. A Philippe Gilbert mancò solo la Classicissima fra le Classiche Monumento, e infatti, dopo due terzi posti nel 2008 e nel 2011, la insegui fino alla fine della lunga carriera. L'ultimo tentativo, quasi a 40 anni nel 2022, mentre nel 2020, alla soglia dei 38 arrivò comunque nono.

Chiudo l'elenco con Peter Sagan che, seppur abbia vinto "solo" una Roubaix e un Fiandre tra le "Monumento", in virtù dei tre Mondiali di fila "promuovo" tra i delusi di Sanremo. Per caratteristiche avrebbe dovuto e potuto vincerla, invece ha inanellato un serie incredibile di piazzamenti: 5 volte quarto, un sesto, e due secondi posti fra i quali brucia tantissimo quello millimetrico del 2017 nell'arrivo a tre con Kwiatkowski e Alaphilippe.

Tadej Pogacar ha 26 anni e, se vorrà, diversi tentativi a disposizione per tirarsi fuori da questo gruppo. Già quest'anno l'avrebbe meritata, ma se l'incredibile scalata della Cipressa non è bastata, potremmo aspettarci qualcosa di fantascientifico per l'anno prossimo? Un assolo già sul Turchino per esempio, una vera follia per evitare che Sanremo diventi per lui una maledizione.

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