Thiago Motta resta in sella per davvero? 50 milioni di motivi per il no

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Giuntoli conferma Thiago Motta, ma la sosta può cambiare tutto. C’è un caso simbolo di una Juve che rischia di perdere molto di più dei risultati

Thiago Motta resta in sella per davvero? 50 milioni di motivi per avere qualche dubbio (Foto: Ansa) – serieanews.com

Nel post partita di Fiorentina-Juventus, finita con un netto 3-0 che pesa più di un macigno, Cristiano Giuntoli ha provato a gettare acqua sul fuoco. "Thiago Motta resta l'allenatore della Juventus", ha dichiarato il dirigente, come da prassi quando il campo brucia sotto i piedi. Ma dietro quella frase apparentemente netta, si nascondono più dubbi che certezze.

Con la sosta alle porte, è lecito chiedersi se la posizione di Motta sia davvero così salda. Perché se c'è un momento per intervenire senza fretta apparente, è proprio questo. E anche i segnali che arrivano da dentro lo spogliatoio sembrano raccontare una storia diversa da quella ufficiale.

Le parole più chiare le ha pronunciate Roberto Pruzzo a Radio Radio, uno che certe dinamiche le conosce bene. "Da ex calciatore vedo che la Juve ha staccato la spina. Giocano contro Motta? Non è proprio così, la squadra è come se aspettasse la decisione della società di cambiare allenatore", ha detto. E in effetti è difficile non leggere questa Juve con lo stesso filtro.

Non si tratta di ammutinamento o boicottaggi, ma della sensazione – sempre più evidente – che Thiago Motta abbia perso la presa sul gruppo. Non solo per i risultati, ma per scelte che hanno spiazzato anche i più ottimisti.

Segnali inequivocabili: Motta non ha più in mano la Juventus

Basta guardare cosa è successo (o non è successo) nelle ultime settimane. Gli italiani di spogliatoio – i senatori – come Gatti e Cambiaso sono finiti fuori, relegati ai margini. Koopmeiners continua a vagare per il campo in posizioni che sembrano disegnate da un algoritmo impazzito. Kenan Yildiz resta a guardare dalla panchina, mentre il suo talento viene risparmiato anche a gara ormai decisa.

Segnali inequivocabili: Motta non ha più in mano la Juventus (AnsaFoto) – serieanews.com

E poi c'è il caso più clamoroso di tutti. Dusan Vlahovic, ancora una volta, è rimasto inchiodato in panchina per tutta la partita contro la Fiorentina, la sua ex squadra. Con i tifosi viola che, dal primo all'ultimo minuto, cantavano "Dusan Vlahovic dov'è?", mentre lui era lì, spettatore non pagante. Umiliato anche di fronte a chi non aspettava altro.

Una scelta difficile da spiegare, considerando che l'alternativa era Randal Kolo Muani, arrivato in prestito secco dal Paris Saint-Germain e che non segna da oltre un mese. Non c'è più nemmeno il paravento del rendimento per giustificare la decisione. È sembrato più un accanimento, quasi una questione personale.

Vlahovic, il manifesto di un disastro tecnico ed economico

Il problema non è solo tecnico, ma anche economico. Dusan Vlahovic era uno dei patrimoni più preziosi del club, valutato oltre 50 milioni di euro solo pochi mesi fa. Ora, con un contratto in scadenza e uno stipendio da 12 milioni netti a stagione, rischia di diventare un peso difficile da gestire.

Vlahovic, il manifesto di un disastro tecnico ed economico (AnsaFoto) – serieanews.com

Di questo passo, la Juventus potrebbe essere costretta a venderlo al ribasso, esattamente com'è successo la scorsa estate con Federico Chiesa, ceduto in fretta e furia al Liverpool per una cifra che ancora oggi fa discutere. Se il serbo dovesse essere piazzato per una ventina di milioni solo per evitare la minusvalenza, sarebbe uno spreco enorme. E le responsabilità di tutto questo porterebbero dritte alla gestione Thiago Motta.

Il caso Vlahovic è solo la punta dell'iceberg. Ma è il simbolo di una gestione che ha lasciato dietro di sé decisioni incomprensibili e che, alla lunga, hanno finito per mettere tutti contro Motta. Tifosi compresi. Perché non basta parlare di progetto tecnico se poi si finisce col distruggere il valore dei propri giocatori. Soprattutto se quei giocatori rappresentano il futuro e il bilancio della Juventus.

E adesso? Giuntoli ha detto che Motta resta, ma non è detto che sia così. La sosta è lunga, il tempo per pensare c'è. E i 50 milioni di motivi per cambiare idea pure. La domanda che resta sospesa è semplice: ha ancora senso andare avanti così?

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