Caso Orlandi, confiscate le foto a tre turiste: in certi ambienti la vicenda resta un tabù

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Sono passati oltre quarant'anni dalla misteriosa sparizione della cittadina vaticana di 15 anni, scomparsa da Roma il 22 giugno del 1983. E quello che è successo domenica scorsa, il 20 gennaio, non fa altro che alimentare il clima di ostilità e di sospetto che da sempre caratterizza questa storia e che è anche lo slogan delle manifestazioni in sua memoria.

Come è stato dettagliatamente scritto qui sul Fatto, sabato 18 gennaio molte persone sono arrivate a Roma per partecipare al sit-in per Emanuela Orlandi. Fra queste, tre donne che all'epoca della scomparsa della Orlandi erano ragazzine di 15 anni e per questo motivo sono rimaste particolarmente colpite dalla sua storia, che seguono attivamente sin dall'inizio. Ebbene, la mattina di domenica, il giorno dopo la manifestazione, le tre amiche decidono di andare a visitare la Basilica di Santa Maria Maggiore prima di ripartire. Avevano lo zaino e all'interno le foto di Emanuela utilizzate al sit-in. Qualcuno della sicurezza ha forse temuto in un gesto simbolico di protesta da parte del gruppo: per questo, dopo una accurata ispezione delle borse, le foto della 15enne scomparsa sono state sequestrate e consegnate alle proprietarie solo su richiesta all'uscita secondaria della Basilica.

Chiaramente lo stupore per le malcapitate è stato tanto. Soprattutto perché per la scomparsa di Emanuela è stata istituita una commissione parlamentare d'inchiesta che sta lavorando sul caso e papa Francesco in persona ha annunciato anche l'apertura di una inchiesta in Vaticano per andare fino in fondo a questa storia. Inoltre, per chi è credente, l'anno Giubilare è quello della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione, il momento – per dirla come ha detto il papa da Fazio – di "aprire il cuore" e fare spazio alla speranza. Quella stessa speranza che i familiari di Emanuela non hanno mai perso e per questo, con il fratello Pietro in testa, insistono, chiedono, vanno avanti per non far dimenticare e per cercare dopo tanto tempo la verità e la giustizia.

D'altra parte, che l'argomento Orlandi sia un argomento tabù in certi ambienti lo si evince da molte cose. Vi ricordate il compianto padre Amorth? Il capo mondiale degli esorcisti molto stimato da Benedetto XVI disse che la 15enne era stata attirata in una trappola sessuale nella sacrestia di Sant'Apollinare. All'epoca la Basilica, che rappresenta anche l'ultimo posto in cui Emanuela è andata per seguire il corso di musica, era guidata da monsignor PietroVergari. Lo stesso che ha richiesto di tumulare il bandito romano Enrico De Pedis all'interno della cripta della Basilica. De Pedis, più volte tirato in ballo come possibile sequestratore di Emanuela, era molto "intimo" di don Vergari, che celebrò le sue nozze e accorse in strada quando fu trucidato in un agguato in via del Pellegrino, nel 1990. Vergari è stato anche indagato dal procuratore Giancarlo Capaldo per concorso in sequestro di Emanuela Orlandi; l'indagine è poi stata archiviata.

Nella prima puntata del 2025 di Chi l'ha visto? andata in onda mercoledì 15 gennaio sono state fatte ascoltare alcune dichiarazioni inedite di don Vergari, nonché le sue parole in commissione d'inchiesta: "Enrico (De Pedis, nda) era di carattere molto gentile e molto buono, era devoto alla chiesa di Sant'Apollinare, portava spesso i fiori". Rispetto a Emanuela Orlandi: "Mai conosciuta". La deputata Stefania Ascari ha chiesto se ricordasse invece l’intercettazione telefonica del 2012 in cui commentava una manifestazione di Pietro Orlandi in ricordo di Emanuela e in cui dice: "Embè che vuole? Che c’entra il Papa, il Vaticano? Ora solo perché questo fa fracasso devono dargli ascolto… tanto è talmente complicata la cosa. Ogni giorno accadono questi fatti…”. Di fronte a queste rievocazioni, però, don Vergari non è stato in grado di formulare una risposta e di spiegare perché dicesse che "la cosa è complicata".

Per quanto riguarda i rapporti tra l’ex vicario di Roma, il cardinale Ugo Poletti, e Renatino De Pedis, Vergari ha spiegato che forse si erano visti una volta, "forse un saluto insieme ad altri". Pietro Orlandi nel corso del sit-in per Emanuela si è concentrato anche sulla cosiddetta pista londinese e su altre cose assurde e inspiegabili accadute in questi 42 anni. Ma quel che è successo in una normale domenica a tre turiste con la foto di Emanuela nello zaino è singolare e assurdo a 42 anni dai fatti e in un certo senso rafforza la tesi di chi crede che qualcuno abbia paura della verità.

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