Émilie Duquenne morta. I fratelli Dardenne la celebrano commossi: "Addio alla nostra Magnani"

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"Era la nostra Anna Magnani". Luc Dardenne ha ricordato così, anche a nome del fratello Jean-Pierre, la sua Rosetta: l'attrice belga Émilie Duquenne morta giovanissima, a 43 anni, per via di una forma rarissima di cancro. Duquenne aveva esordito in quello che diventerà una sorta di matrice formale e paradigma morale del cinema neorealistico e pluripremiato dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne. Rosetta (1999) è il secondo lungometraggio dei Dardenne dove si imprimono e delineano i contorni di una nuova bressoniana Mouchette, della vittima sacrificale di una società economicamente ingiusta, umanamente infame.

Duquenne, allora diciassettenne, alla primissima interpretazione, prestò quel viso ancora adolescente carico di rabbia e determinazione. Si immerse in un personaggio ultimo tra gli ultimi, sballottato tra sfruttatori e disgrazie, affaticato dal peso del lavoro e da una madre disgraziata, tra una roulotte, i marciapiedi, un chiosco, la strada, e sempre addosso la macchina da presa dei Dardenne, quello che diventerà un marchio di fabbrica ossessivo e invadente, la semisoggettiva dardenniana che azzanna i suoi fragili ma mai domi protagonisti e protagoniste.

Dicevamo della Duquenne all'esordio. Una bambina. Eppure si getta tra le braccia di questi due ancora ignoti talenti del cinema. "Veniva dal suo villaggio belga. Émilie era una ragazza a cui piaceva vivere come un’adolescente del suo tempo, arrivò al casting indossando molto trucco, tacchi, unghie smaltate, capelli laccati. Le abbiamo chiesto se avrebbe accettato di toglierlo. Ha detto di sì, ovviamente. Pensava che stesse arrivando per un lavoro importante e che doveva apparire presentabile", ha ricordato commosso Luc Dardenne. "Aveva quella qualità terrena che volevamo per Rosetta. La telecamera l’ha amata subito. Volevamo che Rosetta fosse un piccolo toro e lei alla seconda audizione ci ha detto: Sarò il vostro toro", ha continuato il regista belga. "Ricordo che ci scrisse una lettera che finiva con: ‘Voglio crescere, essere una grande tra i grandi.’ Le abbiamo chiesto quale sarebbe stato il suo personaggio dei sogni, e lei ha risposto Madame Sans-Gêne! (la fumantina popolana interpretata da Sofia Loren nel film di Christian-Jaque ndr)".

Rosettavincerà la Palma d'Oro come miglior film e la Duquenne quella come miglior attrice ad ex aequo con Severine Caneele interprete di L'Humanité di Bruno Dumont. Dopo due anni sarà protagonista di un avventuroso horror storico, Il patto dei lupi, kolossal da 30 milioni di dollari, assieme a Vincent Cassel. Negli anni a venire reciterà in oltre cinquanta film per Claude Berri, Catherine Corsini, Joaquim LaFosse. Sarà la protagonista del controverso La ragazza del trenocon la Deneuve e Michel Blanc, infine di due film firmati da Lucas Belvaux: la commedia sentimentale Sarà il mio tipo? e al curioso ideologicamente cortocircuitato A casa nostra. Insomma, Duquenne aveva avuto modo di indossare con successo e con brio quei tacchi e quel trucco che ai Dardenne non sarebbero serviti a nulla. Era apparsa per l'ultima volta in un talk in diretta dalla Croisette nel maggio scorso per i 25 anni del film dei Dardenne, visibilmente malata ma ancora con quello sguardo fiero e quegli occhi di cristallo dove potevi vedere scorrere tutta la vita di Rosetta.

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