Funzionari "fedeli al presidente" e taglio dei non allineati: Trump mette lo Stato federale sotto il controllo della Casa Bianca

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La “nuova età dell’oro” dell’ultradestra a stelle e strisce è ufficialmente cominciata. Nelle stesse ore in cui si insediava alla Casa Bianca, Donald Trump ha avviato la riforma del governo federale promessa in campagna elettorale. Lo ha fatto con 6 ordini esecutivi che pongono le basi di quella “decostruzione dello Stato amministrativo” elaborata dalla Alt-Right e annunciata in campagna elettorale. Il primo passo è la creazione del Department of Government Efficiency (Doge), il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. La struttura deputata a snellire e tagliare i costi della macchina amministrativa federale affidata a Elon Musk avrà propaggini all’interno di ogni Dipartimento, che ospiterà “un Team DOGE di almeno quattro dipendenti”, che “coordinino il loro lavoro con lo USDS (lo United States DOGE Service, istituito presso l’Ufficio Esecutivo di Trump, ndr) e forniscano consulenza ai rispettivi Responsabili dell’Agenzia sull’implementazione dell’Agenda DOGE”. In pratica la longa manus della nuova amministrazione all’interno dei Dipartimenti, necessaria a mettere l'intera struttura federale comprese le agenzie indipendenti – dal Dipartimento di Giustizia a quello per la Sicurezza interna, fino alla Cia – sotto un più diretto controllo del presidente.

E’ la direzione nella quale vanno gli altri ordini esecutivi. A partire dal “blocco delle assunzioni di dipendenti civili federali” che “si applica a tutti i dipartimenti esecutivi e alle agenzie”. La selezione del personale sarà uno dei punti centrali dell’amministrazione Trump. L’obiettivo, già declinato nel 2023 nel “Project 25” elaborato dal think tank di ultradestra Heritage Foundation per i primi 100 giorni di governo, è dare al presidente la possibilità di licenziare i funzionari "teoricamente non licenziabili" e sostituirli con altri a lui fedeli. I primi 4 hanno già perso il posto, e su Truth il tycoon ne ha annunciati “altri 1.000. E’ lo scenario previsto da un altro ordine esecutivo firmato nelle scorse ore: “Il potere del Presidente di rimuovere i subordinati è una parte fondamentale del potere esecutivo (…). Poiché i funzionari SES (Career Senior Executive Service, dirigenti che fungono da collegamento tra la Casa Bianca e l’amministrazione federale, ndr) esercitano una significativa autorità governativa, devono prestare servizio a discrezione del Presidente“. Di conseguenza “qualsiasi responsabile di agenzia che venga a conoscenza di un funzionario SES la cui prestazione o continua occupazione della posizione è incoerente con i principi riaffermati in questo Ordine (…), dovrà immediatamente adottare tutte le misure appropriate, fino a e compresa la rimozione di tale funzionario”. Perché, recita un altro ordine fresco di firma, “la responsabilità è essenziale per tutti i dipendenti federali” e “qualsiasi potere abbiano è delegato dal Presidente e devono essere responsabili nei confronti del Presidente“.

La cornice in cui tutto ciò avverrà è quella della “Riforma del processo di assunzione federale, che “non dovrebbe basarsi su fattori inammissibili, come l’impegno di qualcuno per una discriminazione razziale illegale sotto le mentite spoglie di ‘equità’ o l’impegno di qualcuno per il concetto inventato di “identità di genere” rispetto al sesso”. Si va verso una maggiore tutela delle categorie più deboli come il rafforzamento delle quote rosa, quindi? No, il contrario: entro 120 giorni la Casa Bianca diramerà un piano che dovrà “impedire l’assunzione di individui in base alla loro razza, sesso o religione, e impedire l’assunzione di individui che non sono disposti a difendere la Costituzione o a servire fedelmente il potere esecutivo” e “fornire le migliori pratiche specifiche (…) che ogni responsabile dell’agenzia deve implementare, con consigli e raccomandazioni da parte del DOGE”. Ovvero di Elon Musk, lo stesso che in un comizio a New York poco prima del voto promise "almeno 2 trilioni di dollari di tagli" a raggiungere applicando ai 2 milioni di dipendenti dello Stato la filosofia usata con X, Space X e Tesla: generare risparmi attraverso la drastica riduzione del personale.

Un “ripristino del merito nel servizio governativo” che passa anche attraverso l’eliminazione dell’ordine esecutivo 13985, il primo atto firmato da Joe Biden il 20 gennaio 2021 (“Promozione dell’equità razziale e del sostegno alle comunità svantaggiate attraverso il governo federale”) che tra le altre cose chiedeva alle agenzie pubbliche di impegnarsi affinché una quota degli affidamenti venisse assegnato a “imprese di proprietà nera, latina o di altre minoranze” come quella Lgbtq+. “L’amministrazione Biden ha imposto programmi di discriminazione illegali e immorali, denominati “diversità, equità e inclusione” (DEI), in tutti gli ambiti del governo federale”, recita l’ordine firmato da Trump. Per questo entro 60 giorni ogni agenzia dovrà “terminare, nella misura massima consentita dalla legge, tutti gli uffici e le posizioni DEI, DEIA e di ‘giustizia ambientale’ (inclusi, ma non limitati alle posizioni di "Chief Diversity Officer"). L’epurazione è più di uno spettro: è già cominciata.

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