Ilva venduta a Baku Steel, i sindacati: "Non accetteremo pacchi preconfenzionati"

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L’imminente passaggio di mano dell’Ilva dalla gestione commissariale agli azeri di Baku Steel preoccupa i sindacati. Pur mancando la fase di negoziazione, quanto trapelato finora sul piano proposto dai possibili compratori e accettato dalla triade di commissari nominati dal governo, non viene preso bene dai metalmeccanici dopo l’annuncio del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sulla scelta effettuata.

“Prima dell'avvio della trattativa con gli azeri, diventa imprescindibile un incontro sindacale per conoscere i contenuti dell'offerta presentata e ritenuta migliore dai commissari e dal ministero delle Imprese, come abbiamo chiesto all’ultimo incontro a Palazzo Chigi”, dice il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. “Non accetteremo – avvisa – pacchi preconfezionati”.

I dettagli resi finora noti vengono definiti “preoccupanti” dal sindacalista perché si parla di un piano che, a suo avviso, “rischia di distruggere la produzione di acciaio e di provocare migliaia di esuberi”. In particolare, Baku prevede – a regime – l’impiego di circa 7mila addetti rispetto ai quasi 10.000 che sono attualmente in organico. “Non dobbiamo ripetere gli errori del passato. Vogliamo conoscere e negoziare il piano industriale, gli investimenti ambientali e tecnologici, i livelli occupazionali. Fermatevi prima di assumere posizioni irreversibili”.

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