Livorno, la scuola nei moduli prefabbricati si allaga a ogni pioggia: dopo l'ultimo episodio i genitori lanciano una mobilitazione

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Un messaggio nella chat dei genitori a metà mattina: “Non si capisce cosa succede a scuola, ci sono i pompieri, meglio andare a controllare”. Da mesi il complesso scolastico Micheli-Lamarmora di Livorno è colpito da continui allagamenti. Mercoledì, a seguito dell’ultimo episodio – che ha portato alla chiusura della scuola materna e di tre classi delle elementari – i genitori hanno proclamato lo stato di agitazione e una mobilitazione. Il complesso è frequentato da 350 bambini, che da settembre fanno lezione in una "scuola provvisoria" perché l’edificio dell’istituto è chiuso da giugno per lavori: le aule sono state spostate in moduli prefabbricati all'interno del parco delle Mura Lorenesi di Livorno, gestiti dalla ditta siciliana Interguest. Mercoledì le classi si sono allagate per le piogge della notte precedente. Ma non è la prima volta: ogni pioggia, ogni temporale trasforma la struttura in un colabrodo, con l’acqua che penetra dal tetto, cola lungo le pareti, bagna prese elettriche e crea pozzanghere pericolose sul pavimento. Il tutto in spazi che dovrebbero essere adibiti e sicuri per bimbi dai tre agli 11 anni. Il giorno prima dell’ultimo episodio, il sindaco Luca Salvetti e la vicesindaca Libera Camici assicuravano al fattoquotidiano.it, che la struttura era stata messa in sicurezza e che le problematiche erano state affrontate.

"La sicurezza non è solo un tetto che crolla, ma riguarda qualsiasi aspetto di un ambiente", si sfoga. Le famiglie denunciano che i libri dei loro figli non possono essere lasciati nelle aule, perché l'umidità è così alta che li rovina, gonfiandoli. I disagi, peraltro, non si limitano a questo. Il pavimento della palestra, ricavata all'interno dei moduli, ha subito un cedimento ed è stato “riparato” con del nastro adesivo applicato dalle maestre. Il freddo poi ha ulteriormente messo in luce l'inadeguatezza degli ambienti: in alcune classi il riscaldamento ha smesso di funzionare, costringendo per un intero mese gli alunni a stiparsi nella minuscola aula di informatica. Nella “scuola provvisoria” non c’è nemmeno una mensa: gli alunni mangiano allo stesso banco in cui fanno lezione tutto il giorno, e capita che facciano merenda seduti per terra. Secondo i genitori la preside Cecilia Semplici, ex consigliera comunale Pd, minimizzerebbe dichiarando la scuola sicura. Mentre la vicesindaca Camici, in conferenza stampa dopo gli ultimi eventi, ha dichiarato: "I vigili del fuoco hanno rimarcato che non ci sono situazioni di pericolosità della struttura ma che sicuramente queste infiltrazioni devono essere superate. È competenza della ditta risolvere le criticità, noi ovviamente abbiamo sollecitato."

Le famiglie però continuano a essere preoccupate e hanno organizzato una mobilitazione per giovedì 13, la seconda dopo quella del 28 febbraio a cui aveva aderito il novanta per cento dei genitori. Ma mentre le parole ufficiali tentano di dipingere un quadro di normalità, la vita quotidiana degli alunni e delle loro famiglie si svolge in un ambiente dove ogni nuova pioggia porta con sé il timore di un incidente. Nel frattempo, l'edificio storico della scuola è in stand-by: liberato a giugno 2024 per dare spazio ai lavori, questi ultimi sono ripartiti solo ieri, lasciando una lunga attesa per la riapertura in un ambiente che garantisca il minimo indispensabile per la sicurezza. "A questo punto la misura è colma, non è più tollerabile alcuna scusa o giustificazione", si legge nel comunicato diffuso dai genitori. "Pretendiamo una scuola degna di questo nome che non ci costringa a controllare sempre le previsioni meteo."

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