Slovacchia, trema il governo di Robert Fico: ritirata la mozione di sfiducia, ma rimangono crepe nella maggioranza

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Il governo slovacco del premier Robert Fico ha rischiato (e rischia ancora) di non arrivare alla scadenza del mandato. Le turbolenze interne alla formazione del leader che in Europa, dopo Viktor Orban, si è opposto alla linea di concessioni incondizionate all’Ucraina hanno rischiato di portare il Paese a elezioni anticipate. L'esecutivo formato dal movimento populista-progressista Smer, di cui è membro lo stesso Fico, dal partito socialdemocratico Hlas, dalla formazione di estrema destra del Partito Nazionalista Slovacco può contare su una maggioranza di appena 76 seggi sui 150 dell'Assemblea Legislativa. E la coalizione, segnata da contrasti interni, è stata messa a dura prova dalla visita di Fico in Russia dello scorso dicembre che ha reso il premier uno dei pochissimi leader dell’Ue ad aver ristabilito contatti con Vladimir Putin. Tanto che l’opposizione aveva annunciato un voto di fiducia nel tentativo di far cadere il governo. Ma martedì hanno poi deciso di ritirarlo.

La mossa di Fico di incontrare Putin aveva suscitato le critiche di quattro deputati dissidenti della coalizione, membri del moderato Hlas, che in passato avevano attaccato alcuni ministri, chiesto un rimpasto di governo e bloccato alcuni provvedimenti in Parlamento. Le opposizioni, provando ad approfittare delle difficoltà del premier, avevano presentato una mozione di sfiducia unitaria contro l'esecutivo, ma i quattro dissidenti avevano subito chiarito che non l’avrebbero votata.

Lo stesso Fico ha chiarito che un rimpasto di governo oppure le elezioni anticipate non sono escluse se gli alleati di governo non riusciranno a riportare ordine tra i propri deputati. I sondaggi più recenti indicano che Slovacchia Progressista, formazione liberale ed europeista di cui è membro l'ex Cìcapo di Stato Zusana Caputova, è il primo partito del Paese mentre lo SMER di Fico è in seconda posizione. Una rilevazione, condotta dall'istituto demoscopico NMS tra il 9 e il 13 gennaio, evidenzia come Slovacchia Progressista goda del 23,9% dei consensi, lo SMER è invece stimato al 18,4% dei voti, Hlas avrebbe l'11,5% e il Partito Nazionalista Slovacco appena il 2,1%. Tanto lo SMER quanto Hlas hanno perso voti rispetto alle ultime elezioni, mentre il fronte europeista può contare anche su partiti come Libertà e Solidarietà, al 6,7%, Slovakia al 6,3% e i Democratici con il 4%.

L'esecutivo di Fico risente dei problemi del sistema sanitario e dell'aumento del costo della vita mentre altri partiti, come il movimento Republika russofilo e di estrema destra, si rinforzano e rischiano di fargli concorrenza nello schieramento euroscettico. L'indebolimento di Fico è una cattiva notizia per l'Ungheria di Orbàn che negli ultimi mesi ha potuto contare sulla sponda di Bratislava per cementare la propria opposizione alle sanzioni contro Mosca, agli aiuti militari all'Ucraina e più in generale alle politiche di Bruxelles.

La posizione strategica della Slovacchia, cerniera orientale dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica al confine con l'Ucraina, aumenta esponenzialmente la rilevanza di Bratislava e anche la Russia non vedrebbe di buon occhio un cambio di esecutivo che porterebbe a un indebolimento delle proprie prerogative nella regione. Il quadro politico di Bratislava resta molto fluido perché il blocco europeista e quello russofilo non possono contare su una chiara maggioranza e la legge elettorale proporzionale favorisce una frammentazione dei voti.

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