Venezuela, Maduro giura per il 3° mandato. Opposizione: "Questo è un colpo di stato". Usa: "Taglia da 25 milioni". Ue: "Nuove sanzioni"
Oggi alle 12:20 PM
Nicolás Maduro ha prestato giuramento come presidente del Venezuela per il periodo 2025-2031, con un atto formale di fronte a Jorge Rodriguez a capo dell'Assemblea nazionale. L’erede di Hugo Chavez ha giurato di “far rispettare tutti gli obblighi della Costituzione” e ha promesso che questo nuovo mandato presidenziale “sarà di pace, prosperità e nuova democrazia”. Il leader ha giurato su una copia originale dell'attuale Costituzione, firmata dal suo predecessore, fondatore della cosiddetta rivoluzione bolivariana. Quindi gli è stata consegnata la fascia presidenziale. La televisione di Stato, che ha trasmesso la cerimonia in diretta, ha mostrato le immagini di una manciata di sostenitori chavisti radunati intorno al palazzo legislativo nel centro di Caracas, sotto strette misure di sicurezza militari e di polizia.
“Il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l'abbiamo fatta rispettare in questi anni. E' stato il comandante Chavez ad aprire la strada”, ha detto Maduro, nel corso della cerimonia alla quale l'unico capo di Stato presente è stato il presidente di Cuba, Miguel Díaz Cancel. “I codardi non li rispetta nessuno nel mondo: guardate cosa sta accadendo col Canada e con Panama. – ha detto l’erede di Chavez in riferimento alle ultime uscite di Donald Trump – Chi si piega all'imperialismo viene picchiato e bruciato: hanno fatto un patto con il diavolo”.
La situazione nel paese resta tesa. L'opposizione continua a rivendicare la vittoria del suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia alle elezioni presidenziali di luglio. “E’ stato compiuto un colpo di stato“, ha affermato la principale coalizione di opposizione, Plataforma Unitaria, in una dichiarazione pubblicata sui social media. La coalizione ha parlato di “usurpazione del potere da parte di Maduro (…), sostenuto con la forza bruta e ignorando la sovranità popolare espressa con forza il 28 luglio“. Gonzalez aveva fatto sapere che oggi si sarebbe presentato in Venezuela per prestare giuramento come presidente. Per il momento ha usato i social per ringraziare i connazionali scesi nelle piazze per manifestare in suo favore: “I venezuelani non hanno paura! Mi ha riempito di orgoglio ed emozione vedere le strade piene di uomini e donne coraggiosi che rivendicavano i loro diritti”, ha scritto su X. La Ong venezuelana Foro Penal, impegnata nella difesa dei diritti umani nel Paese caraibico, ha segnalato l'arresto di almeno 17 persone durante le proteste contro il governo, avvenute ieri.
“Siamo sicuri che siamo molto vicini a un cambio politico e istituzionale. Forse non sarà oggi, né domani”, ma avverrà presto, ha detto l'oppositrice venezuelana Dinorah Figuera, esiliata in Spagna e presidente dell'Assemblea nazionale dell'opposizione venezuelana, organo che funge da Parlamento parallelo a quello ufficiale. “La cupola militare sostiene Maduro, ma noi sappiamo che dentro alle forze armate c’è una spaccatura“, e alcuni sono contro di lui, ha aggiunto Figuera. “Il fatto che le forze armate prendano le distanze dalla dittatura è un elemento chiave”, ha rimarcato Figuera. A dimostrazione del fatto che una parte dei militari non sostiene il presidente vi sono sia la grande quantità di militari “arrestati dal regime”, sia il fatto che proprio grazie alla collaborazione di alcuni militari è stato possibile per l'opposizione entrare in possesso dei registri elettorali, che non sono stati pubblicati dalle autorità venezuelane.
La rielezione viene contestata da molte cancellerie occidentali e latinoamericane. “Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale – ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni -. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica”. “E’ necessario restituire il Venezuela al popolo – ha scritto su X la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola -. Maduro dovrebbe affrontare la giustizia, non prestare un giuramento illegittimo. La libertà deve prevalere. Il Venezuela sarà libero”.
“Le autorità venezuelane hanno perso un'occasione fondamentale per rispettare la volontà del popolo e garantire una transizione democratica trasparente con garanzie per tutti. Nicolás Maduro non ha quindi la legittimità di un presidente eletto democraticamente”, ha detto Kaja Kallas l'Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue. “Dal giorno delle elezioni, le autorità venezuelane hanno inasprito la repressione e le molestie contro l'opposizione, la società civile e le loro famiglie, imprigionando le voci dissenzienti e costringendo i propri cittadini a vivere nella paura o ad andare in esilio. Sono stati arrestati più di 2.500 cittadini, tra cui minorenni”.
Per questo “il Consiglio ha deciso di adottare un nuovo pacchetto di sanzioni mirate contro 15 individui responsabili di aver minato la democrazia, lo stato di diritto o i diritti umani in Venezuela – prosegue la nota di Kallas -. L'obiettivo è sostenere una soluzione negoziata e democratica alla crisi. L'Ue non ha adottato alcuna misura che potrebbe arrecare danno al popolo venezuelano o all'economia. La responsabilità di porre fine alla crisi in Venezuela ricade sulle sue autorità”.
Anche gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro 8 alti funzionari venezuelani “alla guida delle principali agenzie economiche e di sicurezza che consentono la repressione e il sovvertimento della democrazia in Venezuela”, ha annunciato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby. Tra questi figurano funzionari di alto livello dell'esercito e della polizia, nonché i presidenti della compagnia petrolifera e della compagnia aerea statali. Washington ha, inoltre, annunciato una ricompensa da 25 milioni di dollari per l'arresto o la condanna di Maduro.
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