Vittorio Emanuele Parsi si sposa con Tiziana Panella: al matrimonio anche i medici che salvarono il professore dalla dissezione aortica
Ieri alle 05:49 AM
Tiziana Panella, all’anagrafe Emerenziana Panella, si sposa. La conduttrice di “Tagada” su La7 dirà sì a Vittorio Emanuele Parsi il prossimo 18 gennaio. La notizia era stata anticipata dal sito Dagospia e viene confermata oggi dal Corriere della Sera. Il politologo, docente ordinario di Relazioni internazionali alla Cattolica di Milano e volto televisivo, era stato ricoverato d’urgenza il 29 dicembre 2023 per un malore causato da una dissezione aortica e, dopo diversi giorni di coma, aveva dichiarato di essere fuori pericolo.
La giornalista aveva interrotto la sua presenza in video per assistere il compagno, ufficializzando così per la prima volta la loro relazione. “A chiederle di sposarlo è stato lui, appena riemerso dall'Ade. Aveva riaperto gli occhi dopo gli otto giorni di coma profondo nei quali era sprofondato, a seguito del malore accusato mentre si trovava a Cortina. E lei, commossa, in cima a quel crepaccio, gli aveva detto subito sì“, fa sapere il giornale diretto da Luciano Fontana.
Le nozze, previste sabato 18 gennaio, si terranno a Casina di Macchia Madama a Roma tra gli invitati volti della tv e del giornalismo ma anche i tre medici che hanno salvato Parsi regalandogli una seconda vita: i cardiochirurghi Giuseppe Minniti e Francesco Battaglia e la fisioterapista della terapia intensiva Barbara Salvadori. Tutti in forza all'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dove Parsi era stato operato d'urgenza. A festeggiare la loro “rinascita” saranno anche le figlie dei futuri sposi, che arrivano entrambi da precedenti matrimoni. Dopo il fatidico sì la coppia arriverà in libreria con un libro scritto a quattro mani nel quale racconteranno la loro storia. “La vita due volte”, edito da Rizzoli, è in uscita a marzo.
"Ricordo più di ogni altra cosa il mio desiderio intensissimo di poter rivedere Tiziana, di non rinunciare a una felicità da poco scoperta, di non interrompere una cosa bellissima appena iniziata. Ho ancora la sensazione che sia stato quel desiderio a svegliarmi dal coma, che pure è durato una settimana. Altrimenti mi sarei lasciato volentieri andare. All'inizio provavo una tale spossatezza che ho pensato: tanto vale finirla qui. Mi sembrava che la cosa più importante fosse superare, senza soffrire troppo, il trauma del momento del trapasso. Ma poi ho avuto una scossa. Devo rivederla, mi sono detto. E ho cominciato a risalire dalla foiba, arrampicandomi lungo una parete rocciosa", aveva raccontato Parsi al Corriere della Sera ricordando quel momento di “quasi morte”.
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