Alex Jones è tornato: il giudice fallimentare ha fermato la cessione di Infowars. Con l'aiuto di Musk

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Contro i complottisti non gridare vittoria. La notizia della cessione di Infowars, la piattaforma di Alex Jones, gran maestro del cospirazionismo americano, al giornale satirico The Onion sembrava una favola dalla conclusione clamorosa. Ma questo lieto fine manca: anzi, al momento, manca qualsiasi finale della vicenda. E intanto Jones, capobranco di un gregge di hater di estrema destra, affamati di versioni distorte di ogni storia, è tornato: anzi, non è mai andato via.

Jones ha fatto fortuna con la sua voce rauca, con bugie fatte passare per verità e odio a fiumi che scorre da sempre su Infowars. È stato trascinato in tribunale dalle famiglie delle vittime della scuola elementare di Sandy Hook, per aver negato ripetutamente sul suo canale che il massacro nel 2012 sia davvero avvenuto: ai parenti deve quasi due miliardi di dollari di risarcimento. Tra i suoi beni messi all’asta per pagare i danni c’è anche Infowars, la piattaforma che si era accaparrato all’asta il 13 novembre scorso The Onion. Per l’offerta il giornale satirico statunitense si era alleato finanziariamente con le famiglie delle vittime e con Everytown for Gun safety.

Qualche settimana fa il giudice fallimentare Christopher Lopez a Houston ha però respinto la vendita di Infowars a The Onion perché l’asta "non ha massimizzato il valore del sito in alcun modo". La traduzione poi fornita dello stesso togato ai media Usa è stata: "Non credo fossero abbastanza soldi". La decisione è arrivata dopo il ricorso legale di Jones che, tramite un’altra società (la Fuac, First United American Company), sta cercando di riprendersi Infowars.

Ben Collins, a capo di The Onion, giura di non mollare: riproverà a prendersi la piattaforma, "fa parte della nostra missione creare un internet migliore e più divertente", ma lo stesso tenterà Jones. "La nostra speranza è che quando questo processo finirà, e finirà, tutti i beni di Jones verranno usati per pagare le famiglie". E tra i beni c’è "la piattaforma che ha usato per ferire tante persone" ha detto Christopher Mattei, l’avvocato delle famiglie delle vittime.

Nelle aule del tribunale di Houston però si sta accumulando un precedente dietro l’altro. Ad entrare a gamba tesa nella diatriba legale anche Elon Musk, illuminato ora dagli stessi riflettori che brillano sul presidente eletto Donald Trump. Hanno scritto i media Usa che si tratta della "prima volta che una piattaforma social interviene in una disputa legale sulla proprietà di un account". Secondo i documenti depositati dagli avvocati del sudafricano, un account non può essere ceduto, in base ai termini di servizio, ad altri. Dunque il liquidatore non ha potere di trasferire niente, senza previo consenso della società. Anche se X non si oppone alla vendita di Infowars, ma solo a quella dell’account utilizzato sulla sua piattaforma, Jones ha comunque giudicato Musk "un eroe" per l’intervento.

Il giudice Lopez non ha approvato un’altra asta, ma nemmeno suggerito come deve concludersi la vicenda. Con la mancata cessione, si allarga il limbo burocratico. Ma mentre la battaglia va avanti, Infowars continua a pompare notizie di una realtà parallela e deforme nel web e, accumulando quintali di spettatori, like e odio, continua anche lo streaming dell’Alex Jones show.

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